giovedì 10 dicembre 2020

POLO COMMERCIALE SULL'EX MEDASPAN: IMPULSI E SINISTRA E AMBIENTE PRESENTANO OSSERVAZIONI

E' sempre sotto l'attenzione dei gruppi medesi di SINISTRA E AMBIENTE e di IMPULSI -SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ l'ambito di trasformazione AT1 (ex Medaspan).
Dopo aver attentamente analizzato la documentazione relativa al Piano attuativo 2020 sull'ambito di trasformazione AT1 dell'ex Medaspan adottato con delibera di giunta n° 137 il 9-11-020, i due gruppi hanno prima espresso le perplessità e contrarietà al piano attuativo e ora hanno presentato Osservazioni allo stesso.

Le Osservazioni dovranno essere accolte o respinte prima della fase di approvazione del Piano Attuativo.

L'osservazione principale argomenta e chiede che l'amministrazione avvii una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sull'insediamento di un polo commerciale nell'area ex Medaspan, anche ai sensi di quanto definito nell'Allegato B, punto 7 lettera b6 della LR 5/2010
Il furbo spacchettamento su più edifici non risolve l'impatto COMPLESSIVO di queste strutture sul traffico veicolare e sull'inquinamento atmosferico aggiuntivo oltrechè sull'impatto economico che ne deriverà per i negozi di vicinato.
Anche le criticità viabilistiche dell'area, con l'annosa vicenda del superamento della linea FNM, devono entrare a pieno titolo in una VIA.

La seconda osservazione riguarda la bretella da via Cadorna a via Busnelli voluta dall'amministrazione comunale nel 2017.
Per essere realizzata, da una prima lettura delle normative nazionali in essere, richiede con ogni probabilità l'autorizzazione di FS (secondo il DPR 753 del 11 luglio 1980 art. 58) poichè ricade per buona parte dentro la fascia di rispetto della linea ferroviaria Milano-Como-Chiasso.
Si chiede prioritariamente di definire l'iter autorizzativo.

Infine la terza osservazione, in cui si chiede che l'amministrazione comunale esiga l'elaborazione di un Piano di gestione e di utilizzo delle terre di scavo, un PIANO SCAVI con analisi chimiche dettagliate di caratterizzazione  per glo elementi e i composti che già nel 2015 Arpa suggeriva durante la fase di VAS.
Una VAS con uno studio ambientale che fu, a nostro avviso, decisamente insufficiente, con poche analisi chimiche, effettuate senza un protocollo e una modalità CONCORDATA con ARPA e pertanto non validabili da ARPA.
Per questo è necessario un Piano Scavi con analisi chimiche di caratterizzazione che vedano il coinvolgimento della stessa ARPA nel contradditorio e nella validazione.
Questo affinchè si tenga conto che l'area ex Medaspan è nel perimetro di quella che venne definita come "zona R o di rispetto" per il livello di contaminazione da diossina Tcdd fuoriuscita dall'Icmesa nel 1976, nonchè della pregressa attività della fabbrica Medaspan che produceva pannelli in compensato e truciolato con l'uso di formaldeide e solventi.
 
Sotto le osservazioni inoltrate congiuntamente da Sinistra e Ambiente e da Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà.
 





lunedì 16 novembre 2020

LE MODIFICHE DEL PIANO ATTUATIVO SULL' AMBITO DI TRASFORMAZIONE EX MEDASPAN E LE NOSTRE PERPLESSITÀ

Il gruppo IMPULSI -SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha collaborato con Sinistra e Ambiente nell'analizzare il nuovo Piano Attuativo sull'ambito di trasformazione AT1 ex-Medaspan.
Un "polo commerciale" in un'area ad alta criticità. L'ennesima banale soluzione proposta su di un'area dismessa, modificando il precedente Piano Attuativo del 2016, anch'esso con un insediamento commerciale previsto.

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La configurazione del nuovo Piano Attuativo sull'area ex-Medaspan - cliccare sopra per ingrandire

In data 13-10-020 s'è tenuto un incontro secretato della Commissione Territorio e Ambiente con argomento l'attuazione del piano sull'ambito di trasformazione AT1 (ex Medaspan) dove è prevista la realizzazione di un centro commerciale.
A distanza di un mese, il 9-11-020, è stata pubblicata sull'albo pretorio la delibera di Giunta di adozione del Piano Attuativo per quell'ambito di trasformazione con allegata documentazione. Come è nostra consuetudine, l'abbiamo analizzata per poi dare informazioni precise e dettagliate.
Dagli elaborati si comprende che alcune cose sono cambiate rispetto al progetto originale della Pabel approvato il 25-01-2016 dall'allora Giunta Caimi.
Innanzi tutto la proprietà è passata dalla Pabel spa, legata ad una catena di distribuzione trovatasi in difficoltà, alla società Officine Mak srl.
La Officine Mak srl, a dispetto del nome è una realtà che si occupa di attività immobiliari con finalità residenziale e commerciale. Questa società risulta incorporata nel gruppo Consonni Company.
Non sarà quindi evidentemente l'utilizzatore finale che si insedierà nell'area.
La nuova proprietà, subentra quindi come proponente del Piano Attuativo, variandolo.

L'AGGIORNAMENTO DEL PIANO ATTUATIVO

C'è una riduzione della capacità edificatoria in progetto che passa da mq. 25.455 di Superficie Lorda a Pavimento (SLP) a mq. 15.410 di SLP, con una suddivisione della componente commerciale.
Mentre il Piano attuativo del 2016 era costituito da un unico edificio con la parte destinata a Centro Commerciale avente una superficie di vendita pari a 9900 mq, l'attuale proposta di aggiornamento delle Officine Mek prevede tre medie strutture di vendita tra loro distinte e separate su tre edifici - piano terra con posteggi, primo piano e secondo piano (massima altezza di circa 15 mt) - più un quarto edificio con la struttura a piano terra.
Le tre strutture principali hanno un dimensionamento massimo di mq. 2.500 di Superficie di Vendita (SV) sia per settore merceologico alimentare sia per quello non alimentare.

E' previsto anche l'insediamento di funzioni complementari, compatibili ed accessorie quali attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, attività paracommerciali, di artigianato di servizi, terziarie, ludico-ricreative e per l’intrattenimento.

La tabella di confronto tra PA del 2016 e attuale PA
 
Scompare completamente dal progetto la struttura alberghiera, il centro del gusto e le attività complementari che l'amministrazione Pd di Caimi considerava caratterizzanti e che consentivano di edulcorare il "core businness" di un centro commerciale con grande struttura di vendita.

La suddivisione per lotti delle strutture

LA VIABILITÀ ACCESSORIA

Nel nuovo Piano Attuativo è compresa anche la viabilità di accesso con tre rotatorie, un sottopasso sulla rampa di accesso alla S.P 35 (superstrada), un ponte su Tarò e la bretella di aggiramento voluta dal 2017 dall'amministrazione comunale che dovrebbe essere realizzata dentro la fascia di rispetto ferroviaria e per la quale servirà, con ogni probabilità (ai sensi del DPR 753 del 11 luglio 1980 art. 58) autorizzazione da F.S.
E' previsto anche un tracciato ciclopedonale, seppur ridisegnato e ridimensionato rispetto al precedente Piano Attuativo.

La viabilità prevista

NECESSITÀ DI UNA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E PRESCRIZIONI REGIONALI GIUDICATE DAL PROPONENTE COME "SUPERATE"

Officine Mak srl cerca di presentare le tre strutture di vendita come distinte ed autonome con funzionalità e gestioni separate, per evitare l' applicazione della LR 5/2010, che prevede l’assoggettamento a procedura di verifica di VIA (di competenza comunale) per la “costruzione di centri commerciali con superficie di vendita fino a 1.500 mq nei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti o con superficie di vendita fino a 2.500 mq nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti”.
Tutto ciò anche se appare evidente il configurarsi di un complesso commerciale su cui sarebbe invece opportuno l'assoggettamento ad una Valutazione di Impatto Ambientale, visto e considerato il richiamo di traffico aggiuntivo e la sua ubicazione in una zona particolarmente critica di Meda nonchè per le ricadute sulla rete dei negozi di prossimità.
Il proponente oltretutto mantiene e si riserva altresì la facoltà all’allocazione di insediamenti di grande struttura di vendita espletando le procedure previste dall’art. 6 della LR 6/2010.
Riguardo invece alla prescrizione contenute nella DGRL n. X/4668 del 23.12.2015 con l’obbligo di sottoscrizione di un Accordo di Programma per la definizione degli interventi infrastrutturali correlati alla trasformazione dell’area “Ex Medaspan” e al vincolo prescrittivo di chiusura del passaggio a livello (di via Cadorna/Piave) e conseguente necessità di superamento della linea ferroviaria FNM per procedere all'apertura della grande struttura di vendita, il proponente li ritiene entrambi superati nonostante la Segreteria tecnica dell’Accordo di Programma non abbia ancora concluso i propri lavori.
L'interpretazione che dà è che l’aggiornamento del PA non contiene (contrariamente a quanto previsto nel PA del 2016)la previsione di allocazione in sito di una grande struttura di vendita, la cui attivazione era stata subordinata al vincolo prescrittivo della realizzazione di “opere sostitutive di chiusura dell’attuale passaggio a livello (...)”, da declinarsi anche in specifico Accordo di Programma.
Inoltre il proponente sostiene che la realizzazione delle nuove strutture di vendita e la loro apertura possono essere indipendenti da qualsivoglia opera di superamento della linea ferroviaria di FNM.
Al proposito, nella relazione tecnica, viene scritto che "il nuovo assetto dimensionale e distributivo contenuto nell’odierno aggiornamento del PA comporta una significativa riduzione dei flussi di traffico, rendendo, dunque, pienamente compatibile e sostenibile l’attivazione degli interventi in progetto anche in assenza della realizzazione del previsto sottopasso".

LA NOSTRA VALUTAZIONE, LE NOSTRE CONSIDERAZIONI

Rispetto a quanto più volte esplicitato e considerando la posizione presa quando - allora presenti in Consiglio Comunale come gruppo di Sinistra e Ambiente - bocciammo la variante parziale al PGT sull'area ex Medaspan dove la Pabel prevedeva l'insediamento di un centro commerciale con una superficie di grande vendita, annessi servizi e un albergo, le nostre perplessità permangono.
La nuova configurazione, anche se diminuisce la Superficie Lorda di Pavimento (SLP), mantiene la stessa natura e le stesse finalità progettuali.
L'immagine di ingresso nella città sarà comunque costituita da un anonimo centro commerciale, anzi, da un "complesso commerciale" configurato su altrettanto anonimi scatoloni di cemento, il primo dei quali, per la posizione e la funzione, supponiamo destinato alla ristorazione veloce. C'è anche una "piazza artificiale inserita tra questi cubi e annessi ampli e spalmati posteggi a servizio. Non certo un panorama edificante e un buon biglietto da visita per Meda.
Un progetto che di "qualitativo" ha dunque ben poco, che rimarca altre simili realizzazioni sparse per la Brianza. Oltretutto con una superficie a verde, un verde ricostruito e ben poco naturale, che risulta essere ridotta rispetto al precedente Piano Attuativo. Una struttura che recherà oltretutto danno alla rete dei negozi di prossimità della nostra città.
C'è poi l'aspetto viabilistico molto problematico nel comparto in cui questa struttura si trova inserita.
Il traffico aggiuntivo richiamato da questo polo commerciale ne aumenterà la criticità.
Anche la bretellina, chiesta ed ottenuta dall'amministrazione, mostra i suoi limiti, innestandosi su di una via dallo stretto calibro qual'è via Busnelli con un collo di bottiglia determinato delle dimensioni inadeguate del ponte con passaggio semaforizzato sotto le FS in direzione di Seveso. All'altro capo, in prossimità della rotatoria di via Cadorna, questa nuova arteria potrebbe interferire con il percorso ciclopedonale che conduce al quartire Polo (Meda sud).
Questo raccordo risulta poi insistere dentro l'area definita come fascia di rispetto della linea FS per cui saranno con ogni probabilità necessarie le debite autorizzazioni per la sua realizzazione.
Nel comparto, risulta ancora tutta da risolvere il "superamento" della linea FNM Milano-Asso che l'amministrazione intende attuare con la realizzazione del sottopasso in via Cadorna/Piave e con lo spostamento dell'alveo del Tarò.
Tempistiche incerte, che si protarranno negli anni e finanziamenti regionali per ora solo previsti.
Si rischia anche che la realizzazione di questa area commerciale si concretizzi indipendentemente dal superamento della linea ferroviaria e dalla chiusura del passaggio a livello.
Il proponente cerca infatti di dimostrare che ciò che si farà sull'area ex Medaspan avrà un'incidenza minima sul traffico corrispondente e che pertanto si potrà procedere con l'edificazione senza vincoli legati alle criticità viabilistiche esterne al perimetro dell'AT1.
E' un azzardo ma non è chiaro come l'amministrazione intenda muoversi per evitare questo azzardo.
Dai dati ricavati dal Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) e dalla realtà, questa zona del Comune di Meda risulta avere già volumi di traffico veicolare tra i più elevati, in entrambe le direzioni, tra quelli registrati nel nostro territorio, con una significativa presenza di veicoli pesanti.
Non è poi secondario che nè il progetto del sottopasso nè i suoi tempi di realizzazione sono nelle disponibilità dell'amministrazione, perchè totalmente demandati a Regine Lombardia e a FNM, come dimostrato nella risposta all'interrogazione del Polo Civico.
Questa situazione, unita alla solidità finanziaria, con un consistente avanzo di amministrazione accantonato negli anni precedenti (seppur in parte utilizzato per l'emergenza Covid19) non giustifica necessità immediata di incasso di oneri di urbanizzazione e suggerirebbe prudenza e attenta valutazione nelle decisioni da prendere. E' poco comprensibile la fretta mostrata nell'assecondare l'operazione dell'attuale proprietà dell'area ex Medaspan. Operazione che ripropone ancora una volta un modello di sviluppo non più sostenibile, opposto ad una sana pratica per la costruzione di comunità e in contrasto con la vocazione manifatturiera di Meda.
Si punta su un terziario commerciale che si sta sgretolando e che si fa concorrenza imponendo prezzi ingiusti ai produttori e riducendo i diritti e i salari dei lavoratori.
Stante il panorama, servirebbe indubbiamente un approfondimento che potrebbe esserci se  l'amministrazione comunale prescrivesse  una Valutazione di Impatto Ambientale  ai sensi dell'Allegato B, punto 7 lettera b6 della LR 5/2010 proprio in virtù delle tante incognite gravanti su questa realizzazione.

Sinistra e Ambiente di Meda + Impulsi Sostenibilità e Solidarietà 

Sulla stampa:





domenica 8 novembre 2020

REGIONE LOMBARDIA RISPONDE AL GRUPPO IMPULSI SULLA QUESTIONE DEI CONFINI DIFFORMI DEL PARCO A MEDA

Il 10 ottobre 2020, il gruppo Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà scriveva all'ente parco regionale Groane-Brughiera e alla Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi - Unità Organizzativa Parchi, Aree Protette e Consorzi di Bonifica di Regione Lombardia per chiedere se fosse o meno stata attivata una procedura di correzione dei confini medesi del parco regionale che risultano difformi rispetto a quelli del PLIS Brughiera ora accorpato al Parco Regionale Groane-Brughiera.
A distanza di circa un mese, è arrivata una prima risposta dalla struttura regionale che si occupa di parchi.Nella sostanza, la richiesta di accesso agli atti ci viene negata poichè alla struttura non risulta essere in esecuzione alcun iter di rettifica.
Nella risposta, l'ufficio regionale precisa che "in merito alla rettifica dei perimetri, il confine di un parco regionale può essere modificato con l'approvazione di un Piano Territoriale di Cooordinamento (PTC) o di una sua variante, oppure con l'avvio di un percorso legislativo su istanza dell'ente gestore del parco".

Proprio l'Ente Parco sta elaborando la VARIANTE al Piano Territoriale di Coordinamento per adeguare il PTC dopo l'accorpamento delle aree della brughiera.
Si spera dunque che nel predisporre il nuovo PTC si tenga conto anche di questa necessità più volte evidenziata sia a livello comunale sia alla Regione Lombardia sia all'ufficio tecnico del Parco Groane-Brughiera.
L'ufficio regionale ci ha messi altresì a conoscenza di una sua comunicazione all'Ente Parco Groane-Brughiera in cui viene chiesta una "oppurtuna verifica in merito ad eventuali imprecisioni o errori materiali nella definizione del nuovo confine del Parco ampliato, riportati nella planimetria" e una "cortese sollecitudine di rappresentare alla direzione gli esiti della verifica".
 
Con la variante al PTC, verificheremo se questa incongruenza verrà finalmente sanata. 
Sotto le risposte della Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione, Sistemi Verdi Parchi, Aree Protette e Consorzi di Bonifica.




venerdì 6 novembre 2020

IN MONZA E BRIANZA C'É UN'EMERGENZA PERMESSI DI SOGGIORNO E SERVE FIRMARE UNA PETIZIONE

In Provincia di Monza e brianza, dopo un'apertura in pompa magna con la presenza anche di un Ministro, s'è presto andata delineando la situazione della Questura di Monza, dove gli uffici Immigrazione e Richiedenti Asilo sono sottorganico.
A farne le spese sono tutte le persone di origine straniera che devono ottenere o rinnovare il loro titolo di soggiorno.
Le tempistiche per ottenere il documento sono lunghissime e in media si attestano attorno ai 24 mesi.
Questo disservizio, questa attesa crea un'infinità di problemi perchè per molte persone questo documento è essenziale  per ottenere o mantenere un lavoro, per l'iscrizione al Servizio Sanitario, per gli spostamenti, per le pratiche anagrafiche etc.

Da diversi mesi la rete Brianza Accogliente e Solidale - cui aderiscono anche i gruppi medesi di Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà e di Sinistra e Ambiente - è impegnata affinché si risolva questa intollerabile situazione.
Per questo è stata lanciata una petizione che verrà poi indirizzata al Ministero dell'Interno, al Ministero della Salute, alla Prefettura di Monza e Brianza, alla Provincia di Monza e della Brianza e ai Sindaci
dei Comuni della provincia.

Emergenza permessi di soggiorno, è necessario intervenire con urgenza

La rete delle cento associazioni riunite nel coordinamento di Brianza Accogliente e Solidale vuole segnalare le gravi difficoltà nell'ambito della gestione dei titoli di soggiorno nella provincia di Monza e della Brianza.
Le tempistiche della Questura di Monza riguardo i rinnovi e i rilasci dei titoli di soggiorno per lavoro, famiglia, carte di soggiorno hanno superato i 24 mesi di attesa, una situazione inedita per la nostra provincia, ma anomala rispetto a tutto il territorio nazionale.
Per una richiesta inviata oggi tramite posta, la Questura non è in grado di dare un appuntamento prima di settembre/ottobre 2022.
Immaginiamo per un attimo se questo tipo di ritardo fosse relativo, per esempio, al rilascio o al rinnovo delle carte di identità da parte degli uffici anagrafe dei Comuni, pensiamo al disagio che si ripercuoterebbe sulla vita quotidiana dei cittadini e delle comunità. Tutto si fermerebbe: certificazioni, assistenza sanitaria, viaggi, ecc.
Non si era mai arrivati prima a una attesa di tale portata. Tutto ciò ha pesanti conseguenze sulla vita dei cittadini migranti e delle loro famiglie, ma anche sui servizi sanitari territoriali e sulle relazioni interne a tutta la comunità, nel lavoro e nella vita sociale.

A titolo esemplificativo, segnaliamo alcune problematiche connesse alla situazione
  • Rinnovo della tessera sanitaria: con la ricevuta e il permesso scaduto la tessera sanitaria viene rinnovata provvisoriamente ogni 6 mesi, questo costringe le persone a recarsi più volte al rinnovo durante l'attesa del nuovo permesso.
  • Inserimento nuovi nati: i nuovi nati otterranno un documento di identità (permesso individuale) più di un anno e mezzo dopo la nascita, con evidenti problematiche rispetto alla scelta del pediatra, ai servizi per la prima infanzia e ai viaggi nel paese di origine.
  • Viaggi: il permesso scaduto e la ricevuta non consentono il transito in area Schengen, il problema è per tutti quei cittadini che vogliono tornare al paese di origine, ma non hanno vettori che effettuino il volo diretto dall'Italia e per tutti i lavoratori che si devono recare in altri paesi europei per esigenze connesse alla loro professione o, ancora, gli studenti che devono andare in gita scolastica all'estero.
  • Contratti di lavoro: molto spesso, i datori di lavoro non eseguono nuove assunzioni a fronte di permessi di soggiorno scaduti e in presenza di ricevute datate molto tempo prima: essi, infatti, non sono a conoscenza di come tali ritardi non siano da imputare ai lavoratori ma alla grave carenza di personale negli uffici preposti.
Alla scadenza del permesso di soggiorno, l’INPS sospende il pagamento di alcune tipologie di prestazioni (invalidità civili, indennità di accompagnamento, ecc.). Pertanto a fronte di un'attesa così lunga queste persone non riceveranno la prestazione se non alla consegna del nuovo titolo di soggiorno con un notevole aggravio delle condizioni di vita di questi soggetti fragili.
Il disagio si ripercuote in modo molto pesante sulla programmazione della vita quotidiana delle persone: lavoro, salute, viaggi, e si traduce anche in una discriminazione nei riguardi dei cittadini stranieri residenti nella nostra provincia costretti ad attendere anni per della documentazione che nelle provincie limitrofe viene rilasciata in pochi mesi.

Chiediamo, ancor più nell'ambito di una emergenza sanitaria, di intervenire immediatamente con risorse e personale per ridurre drasticamente le tempistiche di trattazione delle pratiche, dato che il ritardo nell'ottenimento del permesso lede il diritto di soggiorno, alla salute e al lavoro dei cittadini residenti nella nostra provincia.
 
CLICCA SULL'IMMAGINE SOTTO E FIRMA LA PETIZIONE
 

mercoledì 14 ottobre 2020

IMPULSI SOLLECITA AL PARCO REGIONALLE GROANE-BRUGHIERA E AGLI UFFICI DI REGIONE LOMBARDIA LA CORREZIONE DEI CONFINI MEDESI DEL PARCO

Dopo aver chiesto all'amministrazione medese, in data 2-5-019, quali azioni avesse intrapreso affinchè gli uffici preposti si attivassero per correggere la difformità dei confini medesi del Parco Regionale Groane-Brughiera, il 14-08-2019 abbiamo ottenuto una risposta con tanto di documentazione allegata.
In quella risposta, l'Area Infrastrutture e Gestione del Territorio, con una nota, precisava di aver informato e tenuto due incontri con l’Ente Parco e comprovava di aver scritto alla allora Direzione Generale di Regione Lombardia chiedendo l’attivazione della procedura di rettifica dei confini e che "la competenza di adottare la rettifica esula dalle competenze del Comune” .

 

Passato più di un anno e verificato che all'oggi, non risultano evidenze sulla correzione degli errori di perimetrazione che escludono formalmente alcune superfici dal Parco Regionale, abbiamo inoltrato un'ulteriore richiesta, questa volta all'Ente Parco Regionale della Brughiera, al suo Ufficio Tecnico (che sta  redigendo la variante al Piano Territoriale Coordinato) e alla Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi - Unità Organizzativa Parchi, Aree Protette e Consorzi di Bonifica di Regione Lombardia.

Insisteremo affinchè la correzione dei confini sia effettuata.

Sotto il testo del documento inviato a mezzo PEC. 

 


 

sabato 10 ottobre 2020

SOTTOPASSO, SOVRAPPASSO E ...... CENTRO COMMERCIALE: QUANDO LA POLITICA MEDESE MOSTRA TUTTI I SUOI LIMITI



Con il Consiglio Comunale tenutosi tre mesi fa, il 25-6-2020, il Sindaco Luca Santambrogio e la sua maggioranza composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno, nei fatti, preso una decisione relativamente al superamento della linea FNM.
In quella sede, la maggioranza ha respinto contemporaneamente la mozione dei gruppi del PD e della Lista CAIMI Sindaco che avrebbe impegnato il Sindaco e la Giunta a convocare la Commissione Territorio e Ambiente con lo scopo di attivare un percorso di esame del sottopasso via Seveso-via Cadorna e l’interpellanza del Polo Civico che chiedeva di motivare le ragioni della scelta sulla base di due diverse opzioni, includendo il sovrappasso della linea FNM in zona stadio comunale di via Busnelli.
Nella stesso Consiglio, la maggioranza, ha approvato una variazione di bilancio per spese d'investimento di cui 2 Mln di euro sono destinati ad integrare le risorse che erano già previste a bilancio di previsione da Regione Lombardia (9 Mln di euro) per il sottopasso.
Dopo soli due mesi da quel momento, Regione Lombardia (la cui guida, guarda caso leghista, si distingue per inique disposizioni volte ad avvantaggiare sindaci esponenti di giunte dello stesso partito e di destra) ha rilanciato con la delibera di Giunta 3531 del 5 agosto 2020 e aggiunto al bilancio di previsione anche questi ultimi 2 milioni di euro inserendoli tra le risorse del Programma degli interventi per la ripresa economica (2020-2023). Il contributo regionale sarà però disponibile solo nel 2023.
Il passaggio a livello di via Piave/Cadorna dove dovrebbe essere realizzato il sottopasso
Questi due milioni di euro, ai sensi della stessa DGR 3531, con ogni probabilità rischiano però di non essere effettivamente assegnati essendo l'intervento già coperto da un finanziamento pubblico, quello del Comune di Meda.
Del sottopasso esiste uno studio di fattibilità e un progetto definitivo che è collegato alle opere viabilistiche complementari di Pedemontana e il cui costo realizzativo verrebbe così "anticipato" integralmente da Regione (e Comune di Meda) semprechè vengano realmente messi a disposizione i fondi stanziati a bilancio.
Forte di questa situazione, l'amministrazione medese non ha consentito momenti di analisi, approfondimento e valutazione condivisa su quale soluzione scegliere. Nel frattempo, anche il PD medese s'è dichiarato soddisfatto degli atti di Regione Lombardia che hanno chiarito le sue "perplessità di ordine economico" - non quindi sulla soluzione sottopasso da adottare, in perfetta continuità con le decisioni dell'allora giunta Caimi.

Il sottopasso ha parecchie criticità: necessita dello spostamento dell'alveo del Tarò/Certesa, è al limite della zona mappata nel PGT come area a rischio idrogeologico per esondazione del Tarò e può essere scenario di allagamento in caso di forti e violente precipitazioni creando disagio se non pericolo oggettivo per gli automobilisti. Intercetta inoltre il "Sevesello", antica roggia tombinata e un collettore fognario, ha un costo realizzativo elevato (11 milioni di euro) e l’importante area di cantiere isolerebbe un’intera zona per lungo tempo.
A suo favore c'è la fase avanzata di progettazione con uno studio di fattibilità, un progetto definitivo  mentre non c'è l'esecutivo di cui dovrebbe occuparsene TreNord.
Le risorse economiche di 9 + 2 milioni sono state messe a bilancio regionale e comunale seppur con l'incertezza di assegnazione della tranche dei 2 milioni, comunque pianificata nel 2023.

Anche il sovrappasso ha le sue criticità, la principale delle quali è relativa alle superfici dove dovrebbe essere allocato, nel corridoio libero posto tra la linea RFI Milano-Chiasso, l'area ex Medaspan e il vecchio, ma ancora utilizzato campo sportivo comunale Busnelli. Tali superfici sono vincolate nell'attuale PGT medese come fascia di salvaguardia per il progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria Milano-Chiasso. Per realizzare il sovrappasso sarebbe necessario ottenere una deroga da RFI. Sull'ipotesi di sovrappasso non esiste alcun progetto nemmeno nella fase preliminare, nè tantomeno una valutazione economica di massima.
Per entrambe le soluzioni, andrebbe meglio configurata la viabilità a ovest della linea Trenord, ma anche e soprattutto ad est per l’ipotesi sovrappasso.
L'amministrazione comunale con i gruppi politici di maggioranza che la compongono (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia) s'è più volte pronunciata con decisione a favore della soluzione sottopasso, affermando che qualsivoglia criticità è tecnicamente risolvibile.
Sicuramente per il sottopasso l'avere uno studio di fattibilità, un progetto preliminare e l'appoggio di Regione Lombardia con lo stanziamento dei fondi a bilancio sono indubbi aspetti che favoriscono la posizione del sindaco Santambrogio, della sua Giunta e della sua maggioranza.
L'azione dei sostenitori del sovrappasso non è stata all'altezza di aprire un confronto vero e allargato. 
E' stata un'azione fatta di interrogazioni e mozioni in Consiglio Comunale da parte del consigliere di un gruppo di minoranza (Polo Civico per Meda) e da una campagna mediatica sui social e sulla stampa locale attuata da singoli che ha coinvolto individualmente anche alcune figure professionali operanti sul territorio al fine di presentare il sovrappasso quale soluzione migliore per Meda.
Certamente operazioni insufficienti a creare ripensamenti o a far crescere contraddizioni e dissensi all'interno della maggioranza e tra i sostenitori del sottopasso.
Chi preferisce il sovrappasso ha creato le condizioni per un'esposizione di alcune persone ma non ha modificato minimamente la volontà di scelta degli amministratori.
Serviva ben altro.
L'esperienza fatta da Sinistra e Ambiente nel coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE ci porta ad affermare che serviva una pratica e un'azione collegiale e non di singoli individui, spesso più attenti all'apparire che ad ampliare le adesioni e le condivisioni.
Serviva coinvolgere altri gruppi ed associazioni del territorio con cui mettere in comune un obiettivo.
Serviva spendere tempo ed energie per convincere, mediare e condividere azioni ed argomentazioni come soggetti collettivi.
Serviva mostrare che sul territorio esistono significative parti della cittadinanza che volevano capire e discutere prima di prendere decisioni definitive e pertanto essere coinvolte in un processo di conoscenza delle soluzioni in campo, in tutti i loro aspetti.
Non va nascosto infine che realizzare un sottopasso o un sovrappasso darà rispondenza alla prescrizione regionale del "superamento" della ferrovia, dando facoltà di apertura del centro commerciale la cui costruzione è prevista nell'ambito di trasformazione AT1 (ex Medaspan).
Un progetto, con tanto di piano attuativo, che non ci ha mai convinto perchè la consideriamo foriera di nuovo traffico veicolare aggiuntivo e causa di potenziale rischio per i negozi di prossimità ancora presenti a Meda.
In questo "scontro" si sono dunque ancora una volta rivelate tutte le debolezze e le malattie croniche della politica medese, fatta da decisionismo escludente, chiusura al confronto e individualismi sterili. Pratiche negative che bloccano la conoscenza condivisa e diffusa e la consapevolezza che consente di fare una scelta, vagliandola nella sua completezza.

IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ + SINISTRA E AMBIENTE

martedì 15 settembre 2020

CANTURINA BIS: UNA STRADA CHE COMPROMETTE ALCUNE AREE VERDI DEL PARCO REGIONALE GROANE-BRUGHIERA

Un nutrito numero di gruppi ed associazioni del territorio della Provincia di Monza (tra cui le medesi di Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà e di Sinistra e Ambiente ) e di quella di Como su cui è allocato il Parco Regionale delle Groane e della Brughiera hanno stilato un comunicato/documento dove esprimono la loro ferma contrarietà al progetto che prevede la realizzazione di una tangenziale denominata "canturina bis" nel comune di Cantù.

Tratteggiato in rosso il tracciato della "canturina bis". In verde le aree boscate
 
Ancora una volta c'è chi pensa di risolvere i problemi di traffico con una nuova strada, anche questa come la tangenziale di Mariano Comense, dentro alcune aree libere e verdi della Brughiera, ora incluse in un Parco Regionale.
Certo, opporsi alla realizzazione di nuove strade significa assumere una posizione difficile perchè molti vedono in questi progetti di tangenziali la soluzione al problema del traffico urbano che attanaglia il canturino e il comune di Mariano.
Chi supporta questi nuovi tracciati stradali vuole spostare il traffico di attraversamento dalle zone centrali o da quelle problematiche incanalandolo su una bretella esterna e poco importa se così si andrebbero ad intaccare e a compromettere definitivamente zone verdi libere quali quelle della Serenza, da poco entrate a far parte di un Parco Regionale.
Senza dimenticare che qualsiasi nuova arteria, nel tempo, non fa che richiamare nuovi volumi di traffico dimostrandosi quindi nei fatti non risolutiva dei problemi di viabilità.
Sarà difficile ottenere ripensamenti e fare accantonare definitivamente queste facili "soluzioni" che raccolgono consensi trasversali.
Certamente serviranno collegialità e condivisione tra i gruppi firmatari del documento poichè solo un'azione prolungata di tutti ci consentirà di ampliare il numero dei soggetti contrari alla realizzazione di questo nastro d'asfalto.
 
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NO ALLA CANTURINA BIS E NO A NUOVE STRADE

Il TERRITORIO E' IN ESAURIMENTO


Da più parti si leva un coro di richieste di strade senza le quali, sembra, non sia più possibile far funzionare questo territorio e le sue economie. La disponibilità di denaro, o la ricerca di finanziamenti regionali, stimola le proposte più audaci e assurde, spesso frutto di ipotesi progettuali vecchie e obsolete, mai realizzate, rimaste come righe rosse su fogli di carta.
Così appena Regione Lombardia annuncia supporto agli interventi sul territorio, questi progetti vengono riproposti come panacea risolutiva dei problemi del traffico.
Sempre richiamandosi ad una "mobilità sostenibile", che però rimane solo parola vuota.
Così l'incapacità della politica di vedere i problemi nella loro complessità e interezza genera solo pesanti ripercussioni su un territorio già fortemente urbanizzato e in continuo impoverimento, mentre la tanto enunciata “sostenibilità”, è ricercata sempre 'dopo' aver predisposto progetti e investimenti.
E' la totale incapacità di immaginare una differente mobilità che porta inevitabilmente a riproporre un modello consolidato e perdente: diluire il traffico costruendo una nuova strada!

C’è una totale mancanza di visione e programmazione generale in queste proposte di nuove strade, slegate da ogni logica e da ogni previsione. Sono scelte calate dall'alto in documenti di piano incapaci di dare forma alle reali necessità della comunità. Come si può pretendere di affrontare il problema del traffico e della mobilità se a Cantù nemmeno gli strumenti deputati (Piano Urbano Del Traffico del 2015) hanno tentato di farlo? Lo strumento di indirizzo elaborato, al di là di soluzioni che interessano esclusivamente il centro storico, non è stato in grado di leggere le interrelazioni con le aree periferiche e con il territorio, bacini da cui si sviluppano le problematiche legate alla mobilità canturina.
Come si può affermare che si vogliono risolvere i problemi di mobilità di Cantù quando non si conoscono nemmeno i dati aggiornati dei flussi di traffico, considerato che quel documento è stato approntato utilizzando i dati rilevati nel 2008?
La Canturina Bis è perfettamente coerente con questa logica: un'opera inutile perché pensata senza conoscere le reali dinamiche generate dal territorio.
Un progetto di carrozzabile che segue la logica della distribuzione casuale di residenza, attività produttive e commerciali, ossia di un modello disordinato e improvvisato di sviluppo: quello di uno sprawl, una dispersione urbana che impone continuamente nuovo aumento di suolo coperto per soddisfare bisogni di mobilità
La politica chiede di proporre alternative: non è pensabile, dopo le obiezioni sopra descritte, proporre un altro tracciato, magari con la stessa modalità di casualità per disegnare sulla carta un’altra riga rossa.
L’alternativa è una valutazione complessiva e complessa dei flussi di traffico, degli elementi attrattivi sul territorio, della distribuzione delle funzioni, delle interrelazioni con la viabilità alla scala più ampia, della distribuzione delle infrastrutture e della presenza delle alternative date dai mezzi pubblici e dalla mobilità dolce.
Questi secondo noi sono alcuni dei temi più importanti da affrontare, se si vuole risolvere seriamente il problema della mobilità nei nostri territori:
  • guardare la città e il territorio nel suo complesso e soprattutto facendo riferimento alle reali esigenze odierne di spostamento delle persone e delle merci, leggerne le relazioni e le criticità valutando le risorse economiche e i dati a disposizione e le necessità effettive per affrontare in modo adeguato i problemi che hanno sempre implicazioni ad una scala ampia;
  • studiare una mobilità sostenibile nei fatti, una mobilità che punti sull'utilizzo dei mezzi pubblici, treni e bus, il cui efficientamento garantisca un miglioramento del sevizio attraverso orari coerenti e compatibili, con l'obiettivo di renderli competitivi e garantire una efficiente intermodalità ferro-gomma per alleggerire il carico veicolare sulle strade;
  • progettare e realizzare una rete di piste ciclabili e percorsi protetti per garantire la possibilità di circolazione di mezzi alternativi all'auto su strade interne, ma anche esterne agli abitati;
  • rendere il sistema stradale più efficiente attraverso la razionalizzazione dei tracciati esistenti e una riduzione degli impatti attraverso mitigazioni efficaci per garantire migliore fruibilità e minore congestione;
  • perseguire la tutela delle aree verdi quale garanzia anche per le future generazioni della qualità dell'aria, dell'acqua, del suolo, del paesaggio e della vivibilità e non ridurre quelle rimaste, peraltro sottoposte a tutela e inserite nel Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea.

Bisogna mettere in atto tutte le strategie possibili e le azioni per ridurre consumo di suolo, l’inquinamento acustico e dell'aria, il traffico, i costi e i tempi di percorrenza.
L’obbiettivo di tutti deve essere quello di favorire una migliore qualità delle aree per preservare il territorio e le sue preziose ricchezze senza aggiungere nuove colate di asfalto sugli ultimi prati e boschi rimasti!

I gruppi firmatari:

Amici della Brughiera - Mariano

Associazione Marianoduepuntozero - Mariano Comense

Cantù verde, Brughiera e dintorni - Cantù

Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” - Alzate Brianza

Circolo ARCI Noerus aps - Como

Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera

Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale

Comitato Sentiero Pedemonte

Comitato Stop al consumo di Territorio - Mariano

Circolo Legambiente di Cantù - Green Station

Circolo Legambiente Laura Conti - Seveso

Fridays for Future - Como

Fridays for Future - Desio

Gruppo Naturalistico della Brianza - Canzo

Il Gambero - Capiago Intimiano

Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà - Meda

L’Ontano - Montorfano

Legambiente Seregno APS

No alla strada nel Parco - Mariano Comense

Sinistra e Ambiente - Meda

WWF Insubria


12 settembre 2020

martedì 1 settembre 2020

PERCHE NO AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI NEL REFERENDUM DEL 20 e 21 SETTEMBRE 2020

 

Si avvicina la scadenza del 20 e 21 settembre 2020, date in cui si terrà, unitamente ad alcune elezioni regionali e comunali, il Referendum per confermare o meno la legge di riforma costituzionale sulla riduzione del numero di Parlamentari di camera e Senato.
Il gruppo di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha prodotto, insieme a SINISTRA E AMBIENTE, un documento in cui vengono evidenziate le ragioni per esprimere un NO al taglio del numero dei Parlamentari.
Ci rendiamo conto che le nostre massime assise Istituzionali necessiterebbero una ben più alta levatura qualitativa, che i rappresentanti dei partiti lì presenti spesso non sono all'altezza o hanno privilegi che li rendono invisi a molti ma la strada da percorrere per combattere lo scollamento tra le Istituzioni e i cittadini elettori non può passare per una riforma demagocica. 

Nei giorni 20 e 21 settembre 2020, unitamente ad alcune elezioni regionali e comunali, si terrà il Referendum per confermare o meno la legge di riforma Costituzionale sulla riduzione del numero di Parlamentari eletti alla Camera e al Senato.

Il numero dei deputati alla Camera scenderebbero dagli attuali 630 a 400 mentre i senatori da 315 a 200.
Il Parlamento nelle sue due assise di camera e senato passerebbe da 945 a 600 membri, più i senatori a vita.
Alla base di questa legge costituzionale, fortemente voluta dal movimento Cinque Stelle (M5S) c'è un rincorrere demagogico delle pulsioni di antipolitica presenti nel nostro Paese, un propinare una narrazione distorta su presunti sostanziosi risparmi sui costi della politica che tali non sono ma che, conti alla mano, appaiono decisamente insignificanti nel loro ammontare.
Se consideriamo che, in base a quanto riporta il bilancio della Camera, nel triennio 2018-2020 per pagare indennità e rimborsi a 630 deputati lo Stato spende ogni anno 144,9 milioni di euro, ricaviamo un costo annuo di 230 mila euro a deputato.
Una riduzione di 230 deputati creerebbe un risparmio potenziale di 52,9 milioni di euro ogni anno.
Il Senato spende invece 249.600 euro l’anno per senatore.
Un taglio di 115 membri di Palazzo Madama farebbe risparmiare circa 28,7 milioni di euro ogni anno. Si tratterebbe quindi rispettivamente del 5,5% delle spese totali di Montecitorio e del 5,4% di quelle di Palazzo Madama.
Tra Camera e Senato, quindi, i risparmi sarebbero al massimo di 81,6 milioni di euro ogni anno.
Questa cifra, rapportata al nostro debito pubblico, significa lo 0,005% e un seicentesimo scarso di quanto spende l’Italia ogni anno solo di interessi sul debito stesso.
Se le intenzioni di chi ha supportato questa modifica costituzionale erano quelle del tagli dei costi, più efficace sarebbe stato agire sul dimezzamento delle cospicue indennità dei Parlamentari, azione che invece non è stata minimamente presa in considerazione.

Fortemente intaccato risulterebbe invece il diritto di rappresentanza dei cittadini italiani che vedrebbero drasticamente ridursi la possibilità di essere rappresentati in Parlamento da una persona da loro scelta.

L’Italia ha oggi, con 945 parlamentari eletti e 60,4 milioni di abitanti, un rapporto di 1 eletto ogni 64 mila persone.
Se passasse la riforma costituzionale, con 600 parlamentari eletti, avrebbe un rapporto di un eletto ogni 101 mila persone.
Alla stessa stregua , i gruppi politici minori rischierebbero di non essere più presenti nel Parlamento.
Nei fatti, tagliare il numero dei parlamentari comporterebbe il reclutamento di una classe politica più subalterna ad un "capo" sia nella definizione delle liste sia nella successiva fedeltà di mandato e meno legata al territorio.

La tanto disprezzata "casta" ne uscirebbe addirittura rafforzata.
Il problema del Parlamento è di natura qualitativa e non quantitativa ed è giusto chiedere di essere MEGLIO rappresentati mentre è dannoso essere MENO rappresentati.

SINISTRA E AMBIENTE - Meda

IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ - Meda

lunedì 27 aprile 2020

COVID 19: IL PENSIERO DI UN OPERATORE SANITARIO

Siamo ancora in una situazione critica con numeri alti per i contagi e per  le  morti dovuti al virus Covid 19 ed è in partenza la cosidetta "fase 2", la fase dove dovrebbero riprendere alcune attività, secondo un protocollo definito e diffuso da parte del Governo.
In questi due mesi, innumerevoli sono state le lacune, le mancanze, gli errori commessi dagli amministratori che hanno gestito la fase emergenziale.
Abbiamo pagato e paghiamo per primo lo scotto di una Sanità pubblica che si è trovata indebolita nell'affrontare questa pandemia. Una sanità oggi distrutta da anni di imperizia, un servizio  pubblico ridotto a puro oggetto di marketing dalla privatizzazione, dalla negazione di risorse economiche e dallo smantellamento dei servizi territoriali.
E’ stata spesso usata la terminologia di una "guerra contro un nemico invisibile" che è un nascondimento verso la complessità reale. Dire che "siamo in guerra" e che medici ed infermieri sono eroi, è una semplificazione mediatica, un tradimento verso questi lavoratori e verso coloro che avevano costruito una sanità pubblica, una sanità per tutti indipendentemente dal reddito e dal ceto d’appartenenza, una sanità con strutture e servizi capillari sul territorio per essere vicina alla gente e garantire la salute come diritto definito nella nostra Costituzione.
Sulla sanità e sul modello economico e sociale liberista fin qui seguito, c'è dunque il desiderio e l'auspicio che si cambi e si cambi presto.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo che ci arriva da un operatore sanitario.