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sabato 10 ottobre 2020

SOTTOPASSO, SOVRAPPASSO E ...... CENTRO COMMERCIALE: QUANDO LA POLITICA MEDESE MOSTRA TUTTI I SUOI LIMITI



Con il Consiglio Comunale tenutosi tre mesi fa, il 25-6-2020, il Sindaco Luca Santambrogio e la sua maggioranza composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno, nei fatti, preso una decisione relativamente al superamento della linea FNM.
In quella sede, la maggioranza ha respinto contemporaneamente la mozione dei gruppi del PD e della Lista CAIMI Sindaco che avrebbe impegnato il Sindaco e la Giunta a convocare la Commissione Territorio e Ambiente con lo scopo di attivare un percorso di esame del sottopasso via Seveso-via Cadorna e l’interpellanza del Polo Civico che chiedeva di motivare le ragioni della scelta sulla base di due diverse opzioni, includendo il sovrappasso della linea FNM in zona stadio comunale di via Busnelli.
Nella stesso Consiglio, la maggioranza, ha approvato una variazione di bilancio per spese d'investimento di cui 2 Mln di euro sono destinati ad integrare le risorse che erano già previste a bilancio di previsione da Regione Lombardia (9 Mln di euro) per il sottopasso.
Dopo soli due mesi da quel momento, Regione Lombardia (la cui guida, guarda caso leghista, si distingue per inique disposizioni volte ad avvantaggiare sindaci esponenti di giunte dello stesso partito e di destra) ha rilanciato con la delibera di Giunta 3531 del 5 agosto 2020 e aggiunto al bilancio di previsione anche questi ultimi 2 milioni di euro inserendoli tra le risorse del Programma degli interventi per la ripresa economica (2020-2023). Il contributo regionale sarà però disponibile solo nel 2023.
Il passaggio a livello di via Piave/Cadorna dove dovrebbe essere realizzato il sottopasso
Questi due milioni di euro, ai sensi della stessa DGR 3531, con ogni probabilità rischiano però di non essere effettivamente assegnati essendo l'intervento già coperto da un finanziamento pubblico, quello del Comune di Meda.
Del sottopasso esiste uno studio di fattibilità e un progetto definitivo che è collegato alle opere viabilistiche complementari di Pedemontana e il cui costo realizzativo verrebbe così "anticipato" integralmente da Regione (e Comune di Meda) semprechè vengano realmente messi a disposizione i fondi stanziati a bilancio.
Forte di questa situazione, l'amministrazione medese non ha consentito momenti di analisi, approfondimento e valutazione condivisa su quale soluzione scegliere. Nel frattempo, anche il PD medese s'è dichiarato soddisfatto degli atti di Regione Lombardia che hanno chiarito le sue "perplessità di ordine economico" - non quindi sulla soluzione sottopasso da adottare, in perfetta continuità con le decisioni dell'allora giunta Caimi.

Il sottopasso ha parecchie criticità: necessita dello spostamento dell'alveo del Tarò/Certesa, è al limite della zona mappata nel PGT come area a rischio idrogeologico per esondazione del Tarò e può essere scenario di allagamento in caso di forti e violente precipitazioni creando disagio se non pericolo oggettivo per gli automobilisti. Intercetta inoltre il "Sevesello", antica roggia tombinata e un collettore fognario, ha un costo realizzativo elevato (11 milioni di euro) e l’importante area di cantiere isolerebbe un’intera zona per lungo tempo.
A suo favore c'è la fase avanzata di progettazione con uno studio di fattibilità, un progetto definitivo  mentre non c'è l'esecutivo di cui dovrebbe occuparsene TreNord.
Le risorse economiche di 9 + 2 milioni sono state messe a bilancio regionale e comunale seppur con l'incertezza di assegnazione della tranche dei 2 milioni, comunque pianificata nel 2023.

Anche il sovrappasso ha le sue criticità, la principale delle quali è relativa alle superfici dove dovrebbe essere allocato, nel corridoio libero posto tra la linea RFI Milano-Chiasso, l'area ex Medaspan e il vecchio, ma ancora utilizzato campo sportivo comunale Busnelli. Tali superfici sono vincolate nell'attuale PGT medese come fascia di salvaguardia per il progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria Milano-Chiasso. Per realizzare il sovrappasso sarebbe necessario ottenere una deroga da RFI. Sull'ipotesi di sovrappasso non esiste alcun progetto nemmeno nella fase preliminare, nè tantomeno una valutazione economica di massima.
Per entrambe le soluzioni, andrebbe meglio configurata la viabilità a ovest della linea Trenord, ma anche e soprattutto ad est per l’ipotesi sovrappasso.
L'amministrazione comunale con i gruppi politici di maggioranza che la compongono (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia) s'è più volte pronunciata con decisione a favore della soluzione sottopasso, affermando che qualsivoglia criticità è tecnicamente risolvibile.
Sicuramente per il sottopasso l'avere uno studio di fattibilità, un progetto preliminare e l'appoggio di Regione Lombardia con lo stanziamento dei fondi a bilancio sono indubbi aspetti che favoriscono la posizione del sindaco Santambrogio, della sua Giunta e della sua maggioranza.
L'azione dei sostenitori del sovrappasso non è stata all'altezza di aprire un confronto vero e allargato. 
E' stata un'azione fatta di interrogazioni e mozioni in Consiglio Comunale da parte del consigliere di un gruppo di minoranza (Polo Civico per Meda) e da una campagna mediatica sui social e sulla stampa locale attuata da singoli che ha coinvolto individualmente anche alcune figure professionali operanti sul territorio al fine di presentare il sovrappasso quale soluzione migliore per Meda.
Certamente operazioni insufficienti a creare ripensamenti o a far crescere contraddizioni e dissensi all'interno della maggioranza e tra i sostenitori del sottopasso.
Chi preferisce il sovrappasso ha creato le condizioni per un'esposizione di alcune persone ma non ha modificato minimamente la volontà di scelta degli amministratori.
Serviva ben altro.
L'esperienza fatta da Sinistra e Ambiente nel coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE ci porta ad affermare che serviva una pratica e un'azione collegiale e non di singoli individui, spesso più attenti all'apparire che ad ampliare le adesioni e le condivisioni.
Serviva coinvolgere altri gruppi ed associazioni del territorio con cui mettere in comune un obiettivo.
Serviva spendere tempo ed energie per convincere, mediare e condividere azioni ed argomentazioni come soggetti collettivi.
Serviva mostrare che sul territorio esistono significative parti della cittadinanza che volevano capire e discutere prima di prendere decisioni definitive e pertanto essere coinvolte in un processo di conoscenza delle soluzioni in campo, in tutti i loro aspetti.
Non va nascosto infine che realizzare un sottopasso o un sovrappasso darà rispondenza alla prescrizione regionale del "superamento" della ferrovia, dando facoltà di apertura del centro commerciale la cui costruzione è prevista nell'ambito di trasformazione AT1 (ex Medaspan).
Un progetto, con tanto di piano attuativo, che non ci ha mai convinto perchè la consideriamo foriera di nuovo traffico veicolare aggiuntivo e causa di potenziale rischio per i negozi di prossimità ancora presenti a Meda.
In questo "scontro" si sono dunque ancora una volta rivelate tutte le debolezze e le malattie croniche della politica medese, fatta da decisionismo escludente, chiusura al confronto e individualismi sterili. Pratiche negative che bloccano la conoscenza condivisa e diffusa e la consapevolezza che consente di fare una scelta, vagliandola nella sua completezza.

IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ + SINISTRA E AMBIENTE

martedì 1 settembre 2020

PERCHE NO AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI NEL REFERENDUM DEL 20 e 21 SETTEMBRE 2020

 

Si avvicina la scadenza del 20 e 21 settembre 2020, date in cui si terrà, unitamente ad alcune elezioni regionali e comunali, il Referendum per confermare o meno la legge di riforma costituzionale sulla riduzione del numero di Parlamentari di camera e Senato.
Il gruppo di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha prodotto, insieme a SINISTRA E AMBIENTE, un documento in cui vengono evidenziate le ragioni per esprimere un NO al taglio del numero dei Parlamentari.
Ci rendiamo conto che le nostre massime assise Istituzionali necessiterebbero una ben più alta levatura qualitativa, che i rappresentanti dei partiti lì presenti spesso non sono all'altezza o hanno privilegi che li rendono invisi a molti ma la strada da percorrere per combattere lo scollamento tra le Istituzioni e i cittadini elettori non può passare per una riforma demagocica. 

Nei giorni 20 e 21 settembre 2020, unitamente ad alcune elezioni regionali e comunali, si terrà il Referendum per confermare o meno la legge di riforma Costituzionale sulla riduzione del numero di Parlamentari eletti alla Camera e al Senato.

Il numero dei deputati alla Camera scenderebbero dagli attuali 630 a 400 mentre i senatori da 315 a 200.
Il Parlamento nelle sue due assise di camera e senato passerebbe da 945 a 600 membri, più i senatori a vita.
Alla base di questa legge costituzionale, fortemente voluta dal movimento Cinque Stelle (M5S) c'è un rincorrere demagogico delle pulsioni di antipolitica presenti nel nostro Paese, un propinare una narrazione distorta su presunti sostanziosi risparmi sui costi della politica che tali non sono ma che, conti alla mano, appaiono decisamente insignificanti nel loro ammontare.
Se consideriamo che, in base a quanto riporta il bilancio della Camera, nel triennio 2018-2020 per pagare indennità e rimborsi a 630 deputati lo Stato spende ogni anno 144,9 milioni di euro, ricaviamo un costo annuo di 230 mila euro a deputato.
Una riduzione di 230 deputati creerebbe un risparmio potenziale di 52,9 milioni di euro ogni anno.
Il Senato spende invece 249.600 euro l’anno per senatore.
Un taglio di 115 membri di Palazzo Madama farebbe risparmiare circa 28,7 milioni di euro ogni anno. Si tratterebbe quindi rispettivamente del 5,5% delle spese totali di Montecitorio e del 5,4% di quelle di Palazzo Madama.
Tra Camera e Senato, quindi, i risparmi sarebbero al massimo di 81,6 milioni di euro ogni anno.
Questa cifra, rapportata al nostro debito pubblico, significa lo 0,005% e un seicentesimo scarso di quanto spende l’Italia ogni anno solo di interessi sul debito stesso.
Se le intenzioni di chi ha supportato questa modifica costituzionale erano quelle del tagli dei costi, più efficace sarebbe stato agire sul dimezzamento delle cospicue indennità dei Parlamentari, azione che invece non è stata minimamente presa in considerazione.

Fortemente intaccato risulterebbe invece il diritto di rappresentanza dei cittadini italiani che vedrebbero drasticamente ridursi la possibilità di essere rappresentati in Parlamento da una persona da loro scelta.

L’Italia ha oggi, con 945 parlamentari eletti e 60,4 milioni di abitanti, un rapporto di 1 eletto ogni 64 mila persone.
Se passasse la riforma costituzionale, con 600 parlamentari eletti, avrebbe un rapporto di un eletto ogni 101 mila persone.
Alla stessa stregua , i gruppi politici minori rischierebbero di non essere più presenti nel Parlamento.
Nei fatti, tagliare il numero dei parlamentari comporterebbe il reclutamento di una classe politica più subalterna ad un "capo" sia nella definizione delle liste sia nella successiva fedeltà di mandato e meno legata al territorio.

La tanto disprezzata "casta" ne uscirebbe addirittura rafforzata.
Il problema del Parlamento è di natura qualitativa e non quantitativa ed è giusto chiedere di essere MEGLIO rappresentati mentre è dannoso essere MENO rappresentati.

SINISTRA E AMBIENTE - Meda

IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ - Meda

venerdì 19 aprile 2019

LA PROPAGANDA AI TEMPI DEI MASS-MEDIA E DEI SOCIAL NETWORK

Il discorso politico, ora divenuto “annuncio” è da sempre un formidabile mezzo per influenzare il dibattito pubblico, generare consenso per ottenere risultati rispetto agli obiettivi prefissati.
In concomitanza con una società sempre più frammentata e divisa come quella attuale senza un interesse comune collettivo, c’è un uso spregiudicato di un linguaggio intollerante, aggressivo e pregiudizievole, da cui sembrerebbe impossibile non prescindere.
Anche il ribaltamento del reale e la manipolazione di fatti e notizie di cronaca e della quotidianità concorrono ad avvelenare il panorama di una corretta e veritiera informazione.
Questo mixer punta a suscitare emozioni e non ragionamenti e volontà d’approfondimento.
Sono poi le emozioni a risultare determinanti nei comportamenti e nel formarsi delle opinioni.
Così si finisce per concedere autorevolezza e considerazione a chi non manifesta alcun dubbio nell’individuare l’origine e la causa di tutti i mali in un gruppo umano.
Non fa eccezione lo scrivere della legge su sicurezza ed immigrazione recentemente varata dal governo Lega-M5S qualora si provi, come nel nostro caso, a proporre ai cittadini informazioni e riflessioni delle sue ricadute sul nostro territorio.
E’ quindi indispensabile disporre di strumenti di valutazione per una lettura critica della realtà, superando i luoghi comuni e le cosiddette “fake-news”.
L’argomento immigrazione ha in questo senso un valore simbolico e ci offre l’occasione di trattare il tema della propaganda in un’epoca di comunicazione eccessiva, veloce e superficiale.
Il gruppo IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha chiesto al prof. Marcello Maneri, docente di sociologia dei media all’Università Bicocca di Milano, un aiuto per comprendere modalità e la pericolosità di queste espressioni  comunicative così da poterci difendere acquisendo e sviluppando le capacità per individuare la narrazione tossica, svelarla e, auspicabilmente, contrastarla.

Professor Maneri, può offrirci la definizione di “Propaganda”?

Io non sono un dizionario e immagino che le definizioni di “Propaganda” siano moltissime però è chiaro che si ha a che vedere con la disseminazione di informazioni e di idee mediante un uso pianificato di tecniche di persuasione con lo scopo di indurre e provocare degli atteggiamenti e delle azioni che vadano a beneficio di chi la utilizza. Quindi l’obiettivo  della propaganda è modificare le idee e le azioni delle persone utilizzando tecniche di persuasione.

Quando nasce e come si è evoluta?

Ovviamente la Propaganda è presente da sempre, da quando esiste  la necessità di persuadere qualcuno.
Il termine propaganda credo nasca all’epoca della Controriforma.
Allora venne creata la congregatio de propaganda fide, una struttura della Chiesa cattolica che doveva “opporsi” alle idee della riforma facendo una propaganda basata sulla disseminazione di idee ortodosse, in particolare rispetto alla lettura che si dava del Vangelo.
C’è da segnalare un passaggio fondamentale: se la propaganda richiede la disseminazione, è chiaro che senza degli strumenti atti alla disseminazione si può fare solo della persuasione.
L'invenzione della stampa fu tra questi strumenti.
Infatti i testi più stampati all’inizio sono stati proprio le Tesi di Lutero e la Bibbia, lavori strettamente collegati con la propaganda; con lo sviluppo e l’affermazione dei moderni mezzi di comunicazione di massa, la propaganda diventerà un’attività sempre più centrale ed essenziale, utilizzata in particolare durante di conflitti armati (che sono quelli più studiati e noti) e nella battaglia politica.
Storicamente è noto che la propaganda crebbe notevolmente durante la prima guerra mondiale che fu grande occasione di elaborazione di strategie su larghissima scala con un momento particolarmente significativo allorquando l’Inghilterra riuscì a trascinare gli Stati Uniti nel conflitto.
I servizi segreti inglesi intercettarono il telegramma Zimmerman, lo manipolarono e lo fecero arrivare a quelli americani, facendo credere che l’impero tedesco stesse pianificando l’invasione degli Stati Uniti da parte del Messico.
Ma non era una novità perché tutto lo Yellow Journalism, la stampa sensazionalista americana a cavallo tra ottocento e novecento, era specializzata in propaganda. E' famosissima la frase attribuita a Hearst, che era il grande tycoon dei giornali scandalistici dell'epoca (quello rappresentato poi nel film Quarto Potere di Orson Welles) che, in occasione delle tensioni e delle diatribe tra Stati Uniti e Spagna su Cuba, a quel tempo importante colonia spagnola in Centro America, disse al suo disegnatore: “tu pensa alle vignette, che alla guerra ci penso io”. Hearst, pubblicando sui suoi giornali a caratteri cubitali storie inventate e costruendo dei casi, contribuì in maniera determinante a far precipitare la situazione e ad orientare l’opinione dei lettori a favore del conflitto in modo da far entrare in guerra gli Stati Uniti contro la Spagna.

La comunicazione politica affidata agli esperti, manifesta una cura attenta alle parole. In che modo la persuasione diventa manipolazione? Cosa le differenzia?

La persuasione in sè non è necessariamente manipolatoria. Ovviamente qualsiasi affermazione è parziale, soggettiva, ma si tende a parlare di manipolazione quando abbiamo non solo la ripetizione di messaggi in modo ossessivo, la diffusione di massa di certi argomenti, come nella persuasione e nella propaganda, ma una vera e propria alterazione dell'apparenza, una torsione strategica dell'informazione con la disseminazione di notizie false, oppure dando importanza e facendo apparire enormi fatti che in realtà sono magari di portata minima.
Nei paesi anglosassoni si tende a distinguere, chiamando Black Propaganda solo quella che persegue, magari con la regia dei Servizi Segreti (Intelligence), la strategia di diffondere notizie false, ingannevoli e pericolose.

Possiamo ragionevolmente considerare la democrazia minacciata da un uso strumentale dell'informazione?

Io penso di no, nel senso che l'uso strumentale dell'informazione è inevitabile, c'è sempre stato e ci sarà sempre. Le persone, le istituzioni e le testate giornalistiche lo fanno. Non mi preoccuperei troppo di questo.
Il problema è il monopolio, cioè quando o per un controllo da parte dello Stato o per un controllo da parte di forti interessi economici, i grandi mezzi d'informazione, come storicamente sono stati, sono controllati da pochi soggetti. Ovviamente questo è un problema per la democrazia, ma lo è sempre stato.
Noi viviamo in democrazie che sono afflitte dal problema di un'informazione non equilibrata.
Oggi ci sono dei processi in atto che vedono sempre meno monopolio rispetto ad una volta. Ci sono le televisioni private, le radio private, tutti possono entrare in rete e disseminare informazioni.
C’è però anche un degradamento generale dell’informazione, una perdita di professionalità nel giornalismo per cui le informazioni cui accediamo non sono più false di prima, ma i controlli, la prevedibilità della falsità delle notizie sono sempre più difficili da eseguire e gestire.

Qual è incidenza dei social nel formare un'opinione? Sono più meno efficaci dei mass media tradizionali?

Io non vedrei un'opposizione: i social media e i media tradizionali agiscono in sinergia.
C’è una circolazione dell'informazione bidirezionale.
Per esempio, i giovani si informano sempre di più tramite social ma tramite i social vanno a finire sui siti delle grandi testate giornalistiche.
Però i social introducono alcune novità, oppure accentuano alcuni caratteristiche. C'è il fenomeno della disintermediazione.
Salvini e altri pubblicano i loro tweet e i loro follower li possono leggere direttamente senza aver bisogno di un giornalista che faccia da mediatore e che ponga loro domande.
Questo ha modificato la natura del discorso politico accelerando un cambiamento già in atto. Già prima il politico rivolgendosi alle persone comuni cercava di impiegare un linguaggio comune, ma oggi l’utilizzo di strumenti che richiedono la massima concisione e quindi semplificazione, ha molto degradato la complessità del messaggio politico. Dall’altra c’è il fatto che mentre prima eravamo tutti esposti alla stampa e alle televisioni che erano pure loro parziali e condizionanti e rispondevano a determinati interessi egemoni, oggi c’è il fenomeno delle camere d’eco. Così i miei amici su Facebook o i miei followers o chiunque con cui twitti, sono persone per molti versi simili a me e quindi io finisco per espormi tendenzialmente a messaggi che confermano già le mie idee; questo può creare una situazione d’isolamento per cui non ci si rende conto di vivere in un mondo di percezioni proprie.
Le modalità d'utilizzo dei social sono sempre abbastanza frettolose, perché mentre consultiamo Facebook ci arrivano le mail oppure chiacchieriamo.
E’ favorita oltretutto l’esposizione a notizie sensazionalistiche, iper semplificate, che toccano immediatamente le emozioni. Sono quelle notizie che catturano maggiormente l'attenzione di un consumatore che è estremamente distratto, che non sta certamente leggendo un articolo a tutta pagina del New-York Times. Quindi in questo senso i social media sono uno strumento molto potente nel formare opinioni, magari anche di breve periodo, magari anche evanescenti che però, per esempio nelle campagne elettorali, possono essere decisive.
I social media, per natura bidirezionali, permettono agli individui di accedere alla sfera pubblica, cosa molto positiva in sè, ma senza filtro, prerogativa dei media tradizionali, dando spazio alla comunicazione con contenuti d'odio. D'altra parte aprire alla massa significa accettare le conseguenze anche negative.

Quali colpe e responsabilità, sempre che ne abbia, ha il sistema d’informazione tradizionale stampa e tv nell’aver lasciato spazio ai social nell'informare?

Non è che il sistema dei media tradizionali abbia lasciato spazio ai social nell'informare, semplicemente non poteva impedirglielo. Quello che è successo è che i media tradizionali hanno scimmiottato i social media ricercando e perseguendo la tempestività. Quando accade qualcosa di rilevante è importante arrivare per primi nel mondo online e quindi non si fanno più le verifiche come una volta. Si insegue la notizia del momento senza fermarsi un attimo a ragionare e riflettere.
Prima c'era tempo fino alla mezzanotte, a chiusura del giornale, per discutere e decidere che taglio dare alla notizia, ora sulla pagina online in 5 minuti bisogna uscire con la notizia e questo favorisce ovviamente la diffusione di notizie false e la semplificazione.
C’è dunque un problema nello scimmiottamento delle specificità dei social media da parte dei media tradizionali che si trovano a giocare una sfida molto difficile perché perdono lettori e quindi pubblicità. I giornali tradizionali sono poi poco o per nulla letti dai  giovani.
Differente è il caso dei telegiornali che in Italia sono ancora molto seguiti.
In questa situazione, il giornalismo italiano che già non brillava per qualità, oggi ha trovato l'occasione per fare peggio. Questo però è un fenomeno generale che riguarda anche altri paesi.

Nel caso invece specifico dei migranti e più in generale delle minoranze, quali strategie adotta la propaganda e quali tecniche utilizza? Manipolazione e disinformazione sono usate entrambe contemporaneamente? E poi perché serve indicare un nemico?

Sia i media tradizionali che i nuovi media si sono comportati in maniera estremamente simile; è questo il motivo per il quale non li metteremo uno da una parte e uno dall'altra. Cosa hanno fatto e continuano a fare? Hanno scelto notizie cui dare attenzione in maniera molto selettiva. Fatti di cronaca nera che vedevano persone di origine straniera come autori di un reato hanno ricevuto un'altissima visibilità, soprattutto nei periodi elettorali
Oggi ormai la campagna elettorale è quasi permanente e quindi questo fenomeno si dilata sempre di più. In una mia ricerca ho guardato l'uso degli appellativi.
Si usa l'appellativo che esplicita la condizione di straniero, di immigrato, molto più facilmente quando la persona ha compiuto un reato, se invece lo subisce magari lo si descrive genericamente come un uomo o un giovane o una donna. C'è proprio un'idea della problematicità che deve essere ricondotta allo straniero per una serie di ragioni: perché fa più notizia, perché colpisce di più l'attenzione del lettore, perché conferma certi pregiudizi.
L’immigrazione appare la causa di tutti i mali: dalla crisi del welfare, alla criminalità, al terrorismo, alla fine della nostra cultura eccetera. I media non ci parlano mai di quanto l'immigrazione possa costituire la soluzione a tutta un’altra serie di problemi quali l’invecchiamento della popolazione, la scarsità di assistenza domiciliare, l’equilibrio dei conti dell’INPS, la necessità di forza lavoro.
Ovviamente ci sono soggetti che cercano di inserire nell'arena del dibattito pubblico questa prospettiva ma di fatto se facciamo anche una ricerca su Google per parole chiavi e digitiamo "questione immigrazione", scopriamo che tutte le testate, di destra come di sinistra, usano l’espressione "il problema dell'immigrazione": nessuna che parli dell'immigrazione come opportunità.
Un'altra caratteristica della propaganda utilizzata dai governi e ripresa senza contraddittorio è di trattare i fenomeni migratori in modo emergenziale.
Si dice sempre: l’Italia è impreparata al fenomeno delle immigrazioni. Un’affermazione ridicola poiché si sta parlando di un fenomeno che è iniziato negli anni '80, da più di trent'anni. Eppure l'Italia si autodefinisce ancora impreparata a governarlo e continua trattarlo come un fenomeno emergenziale.
Molte e buone ricerche, mostrano come spesso nelle gestioni dei rifugiati, si ricerca e si crea volutamente “l’emergenza” per poter chiedere all'Europa aiuti e ricollocamenti negli altri paesi.
A questa costruzione, si prestano e sono complici quella parte dei media che punta al sensazionalismo, che cerca sempre di pompare la notizia e che grida facilmente all'allarme e all'emergenza.
Tutto questo ha alimentato la paura dell'immigrazione perché è percepita come causa di emergenze che non si sanno come gestire.
Negli ultimi anni, c'è stata ad opera di un certo ceto politico, una criminalizzazione della solidarietà, di qualsiasi forma di solidarietà, in special modo verso chi offre un primo soccorso in mare.
Sono finite sotto tiro le ONG con la partecipazione molto attiva della procura di Catania, in particolare modo del procuratore Zuccaro, che le ha accusate di ogni misfatto. Successivamente queste accuse sono cadute, senza arrivare ad un processo perché non c'era nessun tipo di evidenza.
Questa operazione è comunque riuscita nell’intento di creare nell’opinione pubblica un clima di diffidenza nei confronti delle ONG, facendo perdere loro finanziamenti.
L’ostilità delle direttive governative che sono seguite ha costretto buona parte delle ONG a ritirarsi dalle missioni in mare.
Se questo è potuto accadere è perché i media hanno collaborato alla macchina del fango facendo da cassa di risonanza a una narrazione, preparata da spin doctor, esperti di comunicazione politica, che abbinava migranti e terrorismo e costruiva l'idea che ci fosse una complicità di tipo quasi malavitoso tra le ONG e i cosiddetti “scafisti”.
Additare pericoli e nemici riprendendo e diffondendo notizie e racconti su misfatti ed atrocità in modo da demonizzarli sembrerebbe essere più una specificità dei social media.
Nell'ultima campagna elettorale per esempio, un giornale locale ligure ha pubblicato la notizia di un rifugiato in un centro di accoglienza che aveva arrostito un cane trovato morto.
Quel fatto è stato ripreso e modificato dai social facendo credere che gli immigrati si organizzassero per uccidere e arrostire cani, e dunque bisognava pensare a come proteggere i cani che circolavano vicini ai centri di accoglienza.
E’ stato creato un caso nonostante si trattasse, ovviamente, di una persona con squilibri mentali e ancora oggi se si cerca in internet, questa storia così trasformata la si trova perché, a differenza dei telegiornali in cui lo spazio dedicato alla notizia dura il tempo della lettura, una caratteristica della rete è di avere una memoria lunghissima da cui poter continuamente attingere.
Succede che leggende metropolitane, se ben confezionate tanto da risultare, anche se smentite, credibili, ritornino continuando a svolgere la funzione per cui erano state trasmesse.
E’ decisamente cambiato il panorama mediatico: molte notizie false vengono create non solo da professionisti della propaganda e della manipolazione ma a volte anche da persone, non necessariamente ingaggiate come consulenti, con il semplice obiettivo di fare soldi.
In Italia è venuto alla luce il caso di un tale che in un’intervista dichiarava di redigere, per un determinato sito, fake news, riguardanti in larga misura il tema dell’immigrazione, non per ragioni politiche bensì per aumentarne gli introiti pubblicitari mediante visualizzazioni.
Un’inchiesta giornalistica ci ha rivelato che con le stesse modalità appena descritte, ragazzi di un piccolo paesino della Macedonia si guadagnavano compensi, impensabili nel loro paese, durante la campagna presidenziale di Trump proprio pubblicando notizie false contro la Clinton.
Questa remunerazione pronta dei social media per qualunque cosa ottenga dei click, attraverso quelle che sono chiamate esce da click, ha innestato un fenomeno per cui è maggiormente profittevole oltreché meno faticoso produrre notizie false.
Come confermato da una ricerca pubblicata su Science, più la notizia causa indignazione, disgusto, paura, sorpresa – emozioni suscitate più facilmente dalle notizie false, congegnate proprio a questo scopo – più velocemente e ampiamente si diffonde. In definitiva le notizie false (fake-news) funzionano meglio di quelle vere.
Non è semplice comprendere immediatamente che ciò che si legge è una notizia falsa. Se acquisto il New-York Times, so che si tratta di una testata che ha un’aurea di autorevolezza, così come so pesare le notizie se acquisto un giornale scandalistico.
Una notizia linkata su Twitter o su Fb ci appare nello stesso modo sia che provenga dal New-York Times sia che venga da un giornalino scandalistico.
Sui social tutto si appiattisce e facciamo più fatica a capire qual è la differenza alimentando questa tendenza.
Di questo se ne sono accorti ormai i vari addetti alle pubbliche relazioni e i vari rappresentanti politici. Si calcola che nella recente e vittoriosa campagna per l’elezione a presidente del Brasile, Bolsonaro abbia utilizzato 40/50 mila gruppi pubblici su Whatsapp.
gli elettori hanno ricevuto messaggi che riportavano quasi sempre notizie o immagini almeno parzialmente false.
Sono messaggi e comunicazioni che ci arrivano dai nostri amici e conoscenti, perché i gruppi su Whatsapp hanno questa caratteristica, per cui ci fidiamo e non dubitiamo.

Tutti noi, senza distinzioni, siamo fortemente esposti alla propaganda perché alla ricerca costante di spiegazioni e soluzioni e la tipologia comunicativa veicolata attraverso i social media ci rende pigri, ogni spiegazione e ogni soluzione che comporta poca fatica ci appaga. Quale metodo e quali attenzione, quali esercizi, allenamento dobbiamo mettere in pratica per tutelarci efficacemente, sempre che lo vogliamo fare? Questo è sufficiente o dobbiamo fare di più? E come la si ostacola nel momento in cui decidessimo di porre un limite?

Il  tema è molto spinoso perché non esiste una facile soluzione.
A livello istituzionale si è puntato molto sul responsabilizzare le piattaforme che dovrebbero occuparsi direttamente della rimozione dei contenuti falsi tuttavia il confine tra vigilanza sulle notizie false e censura e i costi che questo comporta per le piattaforme rende la cosa veramente molto difficile.
A livello individuale si possono fare molte cose, nessuna è in sè risolutiva però ritengo che adottare tutta una serie di accorgimenti e di cautele possa essere molto utile.
Naturalmente questo cambia molto a seconda di quanto noi conosciamo un argomento, più ne siamo esperti e meno facilmente cadiamo in notizie false perché siamo in grado di comprendere le implicazioni di una notizia e la sua verosimiglianza.
Certamente  non possiamo essere esperti di tutto.
In rete si trovano diversi vademecum, alcuni fatti anche molto bene, proprio per difendersi dalle fake news.
Il primo punto è capire chi ci sta dicendo qualcosa, quindi quando vediamo la notizia, dobbiamo risalire alla fonte. Andiamo a controllare il link: il link corrisponde ad un reale sito di informazione? Guardiamo bene nella pagina in cui siamo, perché spesso i siti che diffondono fake news, per cautelarsi hanno un disclaimer in cui indicano che si tratta di un sito di satira. Perché e quando è stata scritta la notizia? E’ una notizia vecchia o è recente? Facciamo una ricerca con Google, magari scopriamo che si tratta di una notizia già uscita anni fa ed è stata recuperata e riproposta come attuale oggi.
Lo stesso, vale per le immagini. Con Google Immagini noi possiamo fare una ricerca inversa cioè caricare un'immagine e vedere se quest'immagine era già negli archivi di Google e scoprire se veniva da tutt'altra situazione e contesto e non rappresenta ciò che pretende di rappresentare.
Controllare le dichiarazioni: se provengono da una persona nota, potremo selezionare la frase ed indagare in rete se è rilanciata da altre fonti, di quelle che di solito sappiamo essere autorevoli. Possiamo controllare l'url, cioè l'indirizzo internet di provenienza per verificarne l’affidabilità. Infine quello che bisognerebbe sempre fare, è confrontare e consultare più fonti d’informazione di provenienza differente dalla nostra ristretta cerchia.
Serve anche il buon senso. Se una storia appare troppo bella per essere vera, se provoca una reazione troppo forte, se sembra spiegare qualsiasi cosa, forse c'è ragione di dubitare perché le cose vere spesso sono più modeste, più noiose, meno di impatto.
E’ poi fondamentale non condividere mai una notizia, un'informazione o una dichiarazione senza verificarla prima.
Invece di fare click e inoltra, click e condividi, porsi il dubbio sulla veridicità. Un conto è cascare nella trappola noi stessi e un conto è attirare nella trappola altri cento, duecento, trecento dei nostri contatti.
Nel web c'è una risorsa sempre utile, anche se non in tempo reale. Sono i siti anti-bufala quelli che fanno fact-checking; sono parecchi e fanno un lavoro piuttosto serio per ricostruire l'origine e lo status di una notizia che circola on-line verificandone la veridicità o la falsità.

Marcello Maneri insegna Media, comunicazione e società all’Università Milano-Bicocca. Si è occupato del rapporto tra informazione e potere, di sociologia del razzismo, della costruzione sociale della criminalità e della sicurezza anche conducendo una serie di ricerche sul discorso pubblico sull’immigrazione. Su questo argomento ha pubblicato, tra gli altri, “Si fa presto a dire ‘sicurezza’. Analisi di un oggetto culturale”, in Etnografia e Ricerca Qualitativa (n. 2, 2013), “I media e la guerra alle migrazioni”, in S.Palidda (a cura di) Razzismo democratico (2009), “Il panico morale come dispositivo di trasformazione dell’insicurezza”, in Rassegna Italiana di Sociologia (n. 1, 2001), “Lo straniero consensuale. La devianza degli immigrati come circolarità di pratiche e discorsi”, in A. Dal Lago (a cura di), Lo straniero e il nemico (1998).

Per chi volesse approfondire il tema degli strumenti di tutela:
Associazione Carta di Roma nata per dare attuazione all’omonimo protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione https://www.cartadiroma.org/

sabato 6 aprile 2019

IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ SOLLECITA L'AMMINISTRAZIONE PER L'INCONTRO CHIESTO A FEBBRAIO


Sono quasi 2 mesi da quando il gruppo IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha depositato al protocollo una richiesta di incontro con il Sindaco di Meda Luca Santambrogio, l' Assessore ai Lavori Pubblici, Programmazione del Territorio Andrea Bonacina e l'Assessore alla Cultura, Programmazione Economica, Ambiente, Attuazione del programma Fabio Mariani.
Era il 12-2-2019.
All'oggi, pur avendo letto sulla stampa locale dichiarazioni di disponibilità del Sindaco, ancora nessun riscontro, nessun contatto è arrivato dagli amministratori medesi.
Abbiamo pertanto protocollato una nuova richiesta con un sollecito.
Verificheremo nei fatti se esiste o meno la volontà dell'Istituzione per un confronto sulla volontà di tutelare l'ambiente e il territorio.

Inviata a mezzo PEC e protocollata il 28-3-019 

Att.ne
-Sindaco di Meda LUCA SANTAMBROGIO
-Assessore ai Lavori Pubblici – Programmazione del Territorio ANDREA BONACINA
-Assessore alla Cultura, Programmazione Economica, Ambiente, Attuazione del programma
  FABIO MARIANI

Oggetto: richiesta di incontro

In data 12-02-019 abbiamo protocollato una richiesta di incontro con Sindaco e Assessori alla partita.
Era ed è nostra intenzione argomentare e dialogare su alcune proposte che abbiamo per sommi capi illustrato nella stessa comunicazione.
Quanto da noi scritto è stato anche ripreso dalla stampa locale (Il Cittadino e Il Giornale di Seregno) oltre che da alcuni siti web.
Proprio nell’articolo de Il Cittadino del 23-02-019, vengono riportate le parole del Sindaco che assicuravano l’accoglimento della richiesta d’incontro trovando una data condivisa affinché possano presenziare anche gli Assessori.
Per questo, ci permettiamo di avanzare un promemoria e un sollecito rinnovando la nostra richiesta affinché ci si possa quanto prima incontrare.

Restando in attesa di cortese riscontro

I portavoce di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ

Gianluigi Cambiaghi
Alberto Colombo

sabato 16 marzo 2019

IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE PER LA BUONA ACCOGLIENZA DEL 23-3-019 A MONZA


Il Movimento politico IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha tra i suoi principi fondanti il rifiuto e il contrasto alla discriminazione, al razzismo, alla xenofobia, al fascismo e  all'autoritarismo. 
Per questo  IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha aderito e partecipa Sabato 23 marzo 2019 alla Manifestazione organizzata da gruppi ed associazioni della Brianza con ritrovo dalle ore 14.30 in Piazza Trento e Trieste a Monza.
Si manifesta dopo l'iniziativa pubblica a Monza del 31-1-019 che ha raccontato le buone pratiche dell'accoglienza in Provincia di MB e dopo la grande manifestazione di Milano del 2-3-2019.
Si manifesta per evidenziare gli aspetti pessimi e persecutori della legge "sicurezza" e immigrazione. Si manifesta per denunciare come la nuova normativa e le ridotte risorse economiche previste nei nuovi bandi governativi penalizzeranno i progetti di accoglienza diffusa sul territorio, facilitando invece i grandi centri (tipicamente i Centri Accoglienza Richiedenti asilo - CARA) spesso caratterizzati da bassa qualità dei servizi erogati, da diffusa ghettizzazione e dove spesso si sono verificati casi di malagestione, malaffare e speculazione affaristica.
Il taglio alle risorse annullerà tutti quei servizi utilissimi per l'integrazione (corsi di italiano, formazione professionale, tirocinii, assistenza legale, mediazione culturale) impedendo il proseguio delle esperienze positive costruite su piccoli gruppi di richiedenti asilo suddivisi in più Comuni, ospitati in case ed appartamenti e costantemente seguiti e supportati.
Il 23 marzo a Monza si cercherà di difendere un modello che in Brianza ha funzionato, quello dell'accoglienza diffusa e di qualità, ribadendo che le politiche esclusive alimentano razzismo e discriminazione.

L'appello:





Adesioni aggiornate al 14 marzo 2019
CGIL MONZA E BRIANZA, CISL MONZA LECCO, UIL BRIANZA, ANPI MONZA E BRIANZA, ANED MONZA E BRIANZA, ARCI COORDINAMENTO BRIANZA, LIBERA MONZA E BRIANZA, EMERGENCY COORDINAMENTO GRUPPI ALTO MILANESE MONZA E BRIANZA, ACLI MILANO MONZA E BRIANZA, ASSOCIAZIONE DIRITTI INSIEME, ASSOCIAZIONE ALISEI, AUSER MONZA E BRIANZA, ASSOCIAZIONE LADO A LADO ONLUS, UNITI NELLA DIVERSITA’, RETE SEREGNESE DELLE ASSOCIAZIONI – LEGALITA’, GIUSTIZIA SOCIALE E TUTELA DEI DIRITTI, CULTURE SENZA FRONTIERE, ASSOCIAZIONE SENZA CONFINI, CASA DELLA SINISTRA, BLOOM – COOP. SOCIALE IL VISCONTE DI MEZZAGO, LIBERE DEMOCRATICHE MONZA E BRIANZA, ASSOCIAZIONE LAB MONZA, ASSOCIAZIONE BRUCALIFFO, ANOLF MONZA E BRIANZA, ANTEAS MONZA E BRIANZA, FILI DI PAROLE, SEVESO FUTURA, CIRCOLO CULTURALE E SOCIALE DON ENNIO BERNASCONI, QDONNA LISSONE, EQUIBICI, NOVALUNA, ASSOCIAZIONE CULTURALE SAN FRUTTUOSO, AMICI DEL CINEMA ROMA, MONZATTIVA, GRUPPO UOMINI BRIANZA, AFRICA ’70, COLLETTIVO AGITAMENTE, ASSOCIAZIONE XAPURI, ASSOCIAZIONE CITTA’ PERSONE, COMMISSIONE CULTURA ALTERNATIVA, LA COOP. DI ABITANTI 25 APRILE, TENDA DELLA PACE, DARE UN’ANIMA ALLA CITTA’, GRUPPO SCOUT AGESCI SEREGNO 1, CENTRO ISLAMICO MONZA, CARITAS MONZA, LA BOTTEGA CHE NON C’E’, COMITATO ANTIFASCISTA 25 APRILE SEREGNO, ASSOCIAZIONE AFRICA BOUGOU ONLUS, SPI LISSONE, ANPI LISSONE, ARTICOLO UNO MONZA E BRIANZA, RTI BONVENA, CONSORZIO COMUNITA’ BRIANZA, ARCI PRIMAVERA BRUGHERIO, COMITATO MONZA POSSIBILE, ARCI EUGENIO CURIEL CESANO M., PRC MONZA E BRIANZA, PD MONZA E BRIANZA, FLAI CGIL MONZA E BRIANZA, FILCAMS MONZA E BRIANZA, CIRCOLO LEGAMBIENTE LAURA CONTI SEVESO, DONNE DEMOCRATICHE DI MONZA E BRIANZA, SINISTRA E AMBIENTE MEDA, UN PONTE PER…, IMPULSI-SOSTENIBILITA’ E SOLIDARIETA’, STATI GENERALI DELLE DONNE, SOS-SCUOLA MONZA, UN PALCOSCENICO PER I RAGAZZI BELLUSCO, CSV MONZA LECCO SONDRIO, AMNESTY INTERNATIONAL SEZIONE MONZA, PROGETTO CONTINENTI GRUPPO LOCALE DI MEZZAGO, ASSOCIAZIONE AMICI PARCO DEL GRUGNOTORTO MUGGIO’, DESIO CITTA’ APERTA, NOVO MILLENNIO SOCIETA’ COOPERATIVA ONLUS, DESBRI, ASSOCIAZIONE INRELAZIONE, PACE FATTA VEDANO, CIRCOLO ACLI LEONE XIII SEREGNO, CONSORZIO CS&L, CIRCOLO ARCI NOVA, COOPERATIVA AERIS, COOPERATIVA CANONICA, ASSOCIAZIONE SACRA FAMIGLIA CESANO MADERNO, CENTRO SOLIDARIETA’ CARATE BRIANZA, COOPERATIVA SOCIALE META ONLUS, COMITATO PROVINCIALE UNICEF MB, COOPERATIVA POP, ASSOCIAZIONE AHLAN

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sabato 19 gennaio 2019

IN BRIANZA, LA BUONA ACCOGLIENZA CRITICA LA LEGGE SU SICUREZZA E IMMIGRAZIONE E SI INCONTRA A MONZA IL 31-1-019

BONVENA, rete di associazioni e di gruppi No-Profit del Terzo Settore che si occupa dell'accoglienza dei richiedenti asilo in Provincia di MB ha elaborato un documento (che sotto pubblichiamo) e organizza un incontro pubblico a Monza Giovedì 31-1-019 al BINARIO 7 a partire dalle ore 9.00.
I contenuti del documento sono fortemente critici nei confronti della legge 132 del 1 dicembre 2018 che ha confermato l'applicazione del decreto 113 meglio noto come "decreto sicurezza e immigrazione".
Una critica che come IMPULSI condividiamo appieno.
Quella promulgata dal governo di M5S e Lega è una normativa persecutoria per rendere difficile la vita ai richiedenti asilo e ai profughi, limitandone i diritti e complicando in maniera pesante il percorso di accoglienza e di integrazione.
Ne avevamo scritto e trattato nel post IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ SUL DECRETO INsicurezza, I PROFUGHI, LA POVERTÀ  e in precedenza, lo aveva fatto Sinistra e Ambiente con un focus sui contenuti che purtroppo non sono cambiati poichè il testo iniziale è stato confermato con la blindatura del voto di fiducia. Vedi:DECRETO "IMMIGRAZIONE E SICUREZZA" UN ALTRO PASSO PER ALIMENTARE LA DERIVA RAZZISTA .
La lettera /appello di BONVENA à un' analisi puntuale sulle norme punitive e discriminatorie verso coloro che sono considerati "stranieri" ed evidenzia come la normativa minerà percorsi di integrazione avviati o da avviare creando abbandono, precarietà sociale e nuova povertà.
L'iniziativa è aperta alle adesioni e a forme di sostegno.
All'incontro pubblico, il Movimento Politico IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha dato la sua adesione insieme con il gruppo di SINISTRA E AMBIENTE .





martedì 11 dicembre 2018

PROFUGHI E POVERTÀ: NON RESTIAMO INDIFFERENTI.

Vengono da lontano le politiche e le scelte che creano una condizione di difficoltà estrema per coloro che arrivano in Italia con la speranza di un futuro migliore.
Reato di clandestinità, Decreto Minniti che limita i diritti di ricorso legale, accordi con le milizie libiche per trattenere i disperati in campi con condizioni inumane, chiusura della missione italiana di salvataggio Mare Nostrum, campagna continua e martellante per allontanare le navi delle ONG che prestavano soccorso in mare e ora il decreto legge su sicurezza ed immigrazione (DL 113/2018) che con la firma del Presidente Mattarella è stato promulgato ed è legge organica dello Stato.
Il governo Conte e la maggioranza M5S e Lega scrivono una delle “più cattive norme della storia italiana”, probabilmente anticostituzionale, certamente discriminatoria ed umiliante per gli stranieri e pericolosa per gli italiani.
L’obiettivo primario di quella che è divenuta ormai legge dello Stato è lo smantellamento di quei progetti di buona accoglienza, senza minimamente incidere su coloro che invece hanno furbescamente costruito una fortuna evitando di dare adeguati servizi ai richiedenti asilo, ammassati con numeri insostenibili nelle strutture da loro gestite.
Invece di intervenire laddove non c’era e non c’è garanzia di servizi di qualità, il governo Lega-M5S ha scelto di combattere il modello fatto da un percorso condiviso, di prossimità e di qualità che consente di  creare le basi di una pacifica convivenza con chi, a costo di enormi sacrifici e mettendo spesso a repentaglio la vita propria e dei propri cari, arriva da paesi non appartenenti alla comunità europea, in fuga da conflitti, disastri naturali, persecuzioni, condizioni di vita insopportabili o altri eventi altrettanto gravi.
La legge cancella il Permesso Umanitario, sostituendolo con un Permesso Speciale, di limitata validità temporale (massimo 1 anno)  e inserisce una casistica per pochi casi (vittime di particolare sfruttamento lavorativo , cure mediche, calamità naturali, atti di particolare valore civile) su cui valutare situazioni e condizioni individuali complicate.
E' negato  l'accesso agli SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) ai titolati di Permesso Umanitario a partire dal 5-10-018 (data di entrata in vigore del Decreto legge), impedendo loro di completare percorsi d’inclusione e buttandoli  per legge in mezzo alla strada e poco importa se tra essi vi sono donne e bambini.
Una campagna per l'accoglienza nel vimercatese
Si persegue dunque il disegno di segregare prima e di rendere irregolari a vita i migranti che oggi risiedono nei nostri comuni in strutture diffuse, composte da piccoli nuclei facenti parte di progetti d’integrazione (SPRAR), limitando il diritto d’accesso ai soli titolati di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati.
Si tolgono diritti, persino risorse per l’alfabetizzazione linguistica e l’assistenza sanitaria.
Sarà poi pressoché impossibile per un richiedente asilo e un profugo ottenere la residenza poiché il DL 113/018 non riconosce più il Permesso di soggiorno temporaneo quale documento utile per l’iscrizione all’anagrafe. A lui verranno quindi negato l'accesso ai quei servizi di welfare comunale dove la residenza è un requisito.
La cattiveria persecutoria del governo e della maggioranza arriva a colpire anche coloro che richiedono la cittadinanza italiana, innalzando a 48 mesi i tempi di risposta e incrementando il contributo per l’istanza.
E’ evidente l’intenzione di criminalizzarli in quanto diversi, per provenienza, religione, costumi, e in egual misura perchè poveri contravvenendo alla responsabilità e consuetudine di attenzione, ospitalità e protezione che ha contraddistinto la storia dell’umanità. 
E’ la diversa provenienza e il rischio di emarginazione e povertà che si vuole relegare nell’angolo.
Da sempre i poveri rappresentano un elemento di critica per le nostre coscienze e d’instabilità per l’ordine sociale nella misura in cui hanno interesse a sconvolgere un sistema che li mortifica e mantiene nella condizione d’indigenza materiale e formativa, non avendo nulla da perdere nel farlo. 
Si risponde alle ingiustizie economiche e sociali, in aumento anche in occidente, con soluzioni a buon mercato, attribuendo tutti i mali ad una categoria di persone o ad istituzioni sovranazionali, in un crescendo di sovranismo egoistico, di razzismo, di discriminazione. 
Non ci si fa scrupolo di alimentare un clima di paure, quasi sempre ingiustificate, utilizzando dati falsi od incompleti ed intimorendo chi si oppone a queste letture. 
Occorre invece adottare una strategia differente provando a rigovernare l’economia, restituendo, nell’interesse generale, dignità alle persone, specialmente a chi vive situazioni di precarietà sia nella vita che nel lavoro e pertanto continuamente ricattabile perchè in condizioni di debolezza.
Servono politiche di inclusione e non di esclusione, servono scelte coraggiose per contenere la povertà e l’aumentare degli “ultimi”, di tutti gli “ultimi” indipendentemente dalla loro provenienza.
Proprio per stare nel tema della lotta alla povertà, è dubbio ed insufficiente un welfare che preveda un reddito minimo (che peraltro ingloba precedenti sussidi e rendite virtuali per case di proprietà) e contempli sia il controllo sia la definizione rigida dei beni acquistabili, l’accettazione di qualsiasi lavoro, sempre che se ne trovi, indipendentemente dalle qualifiche e dalle aspettative. 
Tutto altresì ancora avvolto dall’incertezza delle tempistiche applicative. 
Lo strumento, così come è pianificato, non implica una liberazione dalla povertà, ma struttura il governo degli esclusi.

Per approfondire il tema della lotta all'odio e all'intolleranza sul web e più in generale nell'informazione:

lunedì 3 dicembre 2018

LA STAMPA SCRIVE DI IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ


La stampa locale ha ripreso le comunicazioni di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ.
Ai lettori, a chi ci segue e ci seguirà sui social e nel prossimo futuro sulle iniziative, vogliamo ricordare e precisare che IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ è un Movimento Politico, un gruppo nato dall'UNIONE e non dalla divisione.
È l'unione di cittadini provenienti da esperienze politiche e sociali variegate che si sono ritrovati condividendo appieno la serie di VALORI e di principi guida espressi nel Manifesto istitutivo.

GIANLUIGI CAMBIAGHI e ALBERTO COLOMBO sono stati scelti quali portavoce di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ.




Su BrianzaCentrale:
http://brianzacentrale.blogspot.com/2018/11/nasce-meda-impulsi-sostenibilita-e.html

mercoledì 14 novembre 2018

IL MANIFESTO DEL MOVIMENTO POLITICO "IMPULSI - SOSTENIBILITÀ E SOLIDARIETÀ "


Nasce a Meda un Movimento denominato IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ.
Un Movimento formato da persone provenienti da differenti esperienze ma accomunati da intenzioni e obiettivi esplicitati in quello che è il MANIFESTO costitutivo del gruppo che intende agire sul territorio.

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IMPULSI – SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ

MANIFESTO DEL MOVIMENTO

 

IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  è un Movimento senza scopo di lucro, con carattere politico che opera al servizio della comunità medese e del suo sviluppo, per accompagnarne la trasformazione degli ambienti di vita e di lavoro e le relazioni umane che ne derivano.
Agisce sulla base di una concezione sostenibile dello sviluppo della città e del più ampio territorio e del Paese di cui essa è parte ai diversi livelli, esprimendosi sia su tematiche locali sia su argomenti che riguardano la politica e gli avvenimenti nazionali.
Si prefigge di favorire l’attività sociale e politica a Meda, anche in una visione critica, occupandosi di:
  • pubblica amministrazione  
  • territorio
  • ecologia, paesaggio, ambiente nella sua complessità e consumo di suolo
  • tutela dell’ambiente in quanto patrimonio collettivo non più consumabile, perché origine e sorgente di vita decente e dignitosa
  • necessità di migliori relazioni fra insediamenti umani e ambienti naturaliqualità della vita
  • diritti sociali della persona e del lavoro
  • accoglienza e i fenomeni migratori
  • tutti gli aspetti sociali e d’inclusione
  • solidarietà
  • tematiche del lavoro
  • contrasto alla criminalità organizzata, alle sue influenze nella politica, al malaffare e alla corruzione
IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  si rivolge ed è aperto alla partecipazione dei cittadini e delle cittadine, medesi e non, delle diverse età, nella convinzione che la partecipazione democratica alla vita politica è in sé un valore fondamentale di pacifica e costruttiva convivenza.
IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  è guidato dai principi fondanti indicati dalla nostra Costituzione, rifiutando e combattendo qualsiasi forma di discriminazione, di razzismo, di xenofobia, di fascismo e di autoritarismo.
In un sistema di valori democratici condivisi si assume, responsabilmente, il compito della traduzione delle molteplicità che abitano la nostra comunità mediante il confronto e momenti di sintesi unitari per giungere ad una composizione dei diversi interessi e differenze.

Nel perseguire obiettivi che mirino al benessere dei cittadini si utilizza un metodo sperimentale e replicabile che preveda risultati attesi, concreti, misurabili e un’adeguata e approfondita formazione ed informazione sugli argomenti trattati e sulle proposte avanzate.
In quanto soggetto politico, IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  agisce mediante la partecipazione alla vita della città e delle istituzioni pubbliche ai diversi livelli, collaborando e definendo le interlocuzioni opportune, organizzando momenti pubblici di confronto ed eventi e operando anche in sinergia con altri gruppi, formazioni sociali ed associazioni all’interno di Reti o coordinamenti anche sovra comunali che si prefiggono i medesimi scopi.
L’azione tiene conto della complessità culturale del mondo in cui viviamo, credendo che esso, e nel suo piccolo la nostra città, debba essere prima di tutto accogliente e aperto a tutti.
Gli aderenti a IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  si identificano nelle sopraelencate ed esplicitate linee guida impegnandosi, agendo ed operando per la loro concretizzazione.


ASPETTI OPERATIVI

Portavoce

Il Movimento definisce e sceglie due portavoce/coordinatori che si occuperanno dei rapporti con la stampa e con altri gruppi e/o associazioni, degli aspetti comunicativi e delle incombenze formali.In occasione di eventi o conferenze stampa, i portavoce possono essere affiancati anche da altri aderenti al Movimento qualora ciò risulti necessario. I portavoce dovranno evidentemente riportare la posizione e l’espressione del Movimento e pertanto si impegnano a raccogliere e condividere opinioni ed elaborati che siano sintesi inclusiva delle riflessioni interne. La loro nomina è frutto di confronto e pertanto qualora se ne ravvisi l’opportunità, può essere deciso a maggioranza degli aderenti il loro decadimento e la loro sostituzione con nuove nomine, sempre decise con voto di maggioranza.


Comunicazione

Per la Comunicazione sono utilizzati tutti i canali possibili.
Il Movimento utilizzerà i social, facendo informazione ed esprimendosi anche a mezzo di un proprio blog.
Tutti gli aderenti possono dare il loro contributo alla stesura dei testi da pubblicare sul blog. Testi che dovranno rispecchiare una visione comune sull’argomento trattato e che pertanto saranno frutto, laddove necessario, di diffusione interna preventiva.


Risorse economiche

Gli aderenti provvederanno, in funzione delle loro capacità e possibilità economiche, a contribuire per la copertura dei costi di iniziative, di materiali utili all’attività del Movimento e di qualsivoglia altra spesa.