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lunedì 27 aprile 2020

COVID 19: IL PENSIERO DI UN OPERATORE SANITARIO

Siamo ancora in una situazione critica con numeri alti per i contagi e per  le  morti dovuti al virus Covid 19 ed è in partenza la cosidetta "fase 2", la fase dove dovrebbero riprendere alcune attività, secondo un protocollo definito e diffuso da parte del Governo.
In questi due mesi, innumerevoli sono state le lacune, le mancanze, gli errori commessi dagli amministratori che hanno gestito la fase emergenziale.
Abbiamo pagato e paghiamo per primo lo scotto di una Sanità pubblica che si è trovata indebolita nell'affrontare questa pandemia. Una sanità oggi distrutta da anni di imperizia, un servizio  pubblico ridotto a puro oggetto di marketing dalla privatizzazione, dalla negazione di risorse economiche e dallo smantellamento dei servizi territoriali.
E’ stata spesso usata la terminologia di una "guerra contro un nemico invisibile" che è un nascondimento verso la complessità reale. Dire che "siamo in guerra" e che medici ed infermieri sono eroi, è una semplificazione mediatica, un tradimento verso questi lavoratori e verso coloro che avevano costruito una sanità pubblica, una sanità per tutti indipendentemente dal reddito e dal ceto d’appartenenza, una sanità con strutture e servizi capillari sul territorio per essere vicina alla gente e garantire la salute come diritto definito nella nostra Costituzione.
Sulla sanità e sul modello economico e sociale liberista fin qui seguito, c'è dunque il desiderio e l'auspicio che si cambi e si cambi presto.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo che ci arriva da un operatore sanitario.