Con la nomina del nuovo Commissario prefettizio a Seveso si chiude l'era Allievi.
E' necessario adesso ripartire raccogliendo le macerie generate dalle pessime scelte dell'ormai ex sindaco. Scelte che hanno inciso negativamente anche sulla conduzione del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda.
Dopo più di 15 anni di buona gestione locale del Parco e delle vasche che contengono materiale contaminato da TCDD (compreso il deposito di Cesano Maderno) attraverso l'ufficio ecologia e ambiente del Comune di Seveso, il primo risultato ottenuto dall’uscente amministrazione è stato il ritorno della cura e della manutenzione delle vasche di Seveso, Meda e del deposito di Cesano Maderno a Regione Lombardia, tramite l'Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste (ERSAF). Questo passo indietro allontana nuovamente il controllo e la gestione esercitata dalla struttura locale.
Allievi e i suoi sodali possono quindi gioire. Hanno raggiunto l'obiettivo che si prefiggevano. Delegare ad altri una responsabilità che le precedenti amministrazioni avevano valutato opportuno riportare e mantenere a Seveso, gestendo il Bosco e le sue vasche tramite la competente struttura comunale.
Le dimissioni hanno, per ora, scongiurato un altro obiettivo dell’ex Sindaco di Seveso: quello di trasferire la gestione del Bosco delle Querce, compresi i finanziamenti regionali, al Parco delle Groane.
Per fortuna la Legge Regionale n. 16/2007, che affida la gestione stessa del Parco al Comune di Seveso in convenzione con il Comune di Meda, non è stata ancora modificata.
E da qui è necessario ripartire.
In questo momento, la gestione del Bosco è tornata a Regione Lombardia che ha incaricato ERSAF della gestione delle vasche. Riteniamo che questa soluzione debba essere transitoria. Che fare?
La cosa più semplice sembrerebbe ritornare a una organizzazione voluta dalle precedenti amministrazioni. Era un modello che funzionava, è stata una scelta opportuna distruggerlo? E’ stata una buona scelta lasciare vacante la direzione del Bosco delle Querce, chiudere il Centro visite di via Ada Negri, azzerare quasi definitivamente l’educazione ambientale che ha forgiato più di una generazione a Seveso e Meda?
Tutto questo non c’è più. Come ricostruire ora su queste macerie?
Le associazioni e i gruppi che hanno organizzato il 10 luglio al Bosco delle Querce hanno cominciato a discutere e ragionare su questo tema. Il terzo settore, nelle sue molteplici espressioni, continua a esserci dove l’istituzione ha tentennato. Ma il terzo settore non basta in questa che è, anche e soprattutto, una partita delle istituzioni alle quali chiediamo di collaborare e promuovere un concreto processo di valorizzazione del Parco e della sua Storia coinvolgendo i gruppi e le associazioni del territorio interessate e che vedono il Bosco delle Querce come opportunità. Di crescita. Civile. Ambientale. Sociale.
Qui è chiamato in causa il Comune di Seveso ma anche il Comune di Meda non deve più defilarsi.
Il Comune di Meda in tutti questi anni, e soprattutto nell'ultimo periodo, è stato un silente attore passivo. Perché - a Meda in troppi fanno finta di dimenticarsene - il Parco naturale Regionale si chiama “Bosco delle Querce di Seveso e Meda”. E l'Icmesa era, appunto, a Meda
I due comuni, insieme, sono chiamati a fare propria e rilanciare a Regione Lombardia la proposta di Ampliamento del Bosco delle Querce, includendo le aree di via della Roggia e quelle di via Redipuglia, così come proposto in una petizione ancora aperta da alcuni gruppi locali e così come deciso con l’unanimità dei voti in una mozione in Consiglio Comunale. La specificità del Bosco delle Querce, con la sua Storia, e con il mantenimento del simbolo che rappresenta, può essere anche il punto di partenza per pensare a un Parco Regionale che incorpori ciò che resta – purtroppo – delle aree verdi in un lembo di Brianza che è stato massacrato dal cemento e dall’urbanizzazione caotica. Anche questo è un percorso che può partire da un rinato Bosco delle Querce, fulcro di possibili ampliamenti e accorpamenti e la cui proposta deve nascere e crescere sul territorio, senza processi verticistici e con risorse aggiuntive da sommare a quelle che Regione Lombardia stanzia per il Bosco delle Querce.
E' necessario adesso ripartire raccogliendo le macerie generate dalle pessime scelte dell'ormai ex sindaco. Scelte che hanno inciso negativamente anche sulla conduzione del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda.
Dopo più di 15 anni di buona gestione locale del Parco e delle vasche che contengono materiale contaminato da TCDD (compreso il deposito di Cesano Maderno) attraverso l'ufficio ecologia e ambiente del Comune di Seveso, il primo risultato ottenuto dall’uscente amministrazione è stato il ritorno della cura e della manutenzione delle vasche di Seveso, Meda e del deposito di Cesano Maderno a Regione Lombardia, tramite l'Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste (ERSAF). Questo passo indietro allontana nuovamente il controllo e la gestione esercitata dalla struttura locale.
Allievi e i suoi sodali possono quindi gioire. Hanno raggiunto l'obiettivo che si prefiggevano. Delegare ad altri una responsabilità che le precedenti amministrazioni avevano valutato opportuno riportare e mantenere a Seveso, gestendo il Bosco e le sue vasche tramite la competente struttura comunale.
Le dimissioni hanno, per ora, scongiurato un altro obiettivo dell’ex Sindaco di Seveso: quello di trasferire la gestione del Bosco delle Querce, compresi i finanziamenti regionali, al Parco delle Groane.
Per fortuna la Legge Regionale n. 16/2007, che affida la gestione stessa del Parco al Comune di Seveso in convenzione con il Comune di Meda, non è stata ancora modificata.
E da qui è necessario ripartire.
In questo momento, la gestione del Bosco è tornata a Regione Lombardia che ha incaricato ERSAF della gestione delle vasche. Riteniamo che questa soluzione debba essere transitoria. Che fare?
La cosa più semplice sembrerebbe ritornare a una organizzazione voluta dalle precedenti amministrazioni. Era un modello che funzionava, è stata una scelta opportuna distruggerlo? E’ stata una buona scelta lasciare vacante la direzione del Bosco delle Querce, chiudere il Centro visite di via Ada Negri, azzerare quasi definitivamente l’educazione ambientale che ha forgiato più di una generazione a Seveso e Meda?
Tutto questo non c’è più. Come ricostruire ora su queste macerie?
Le associazioni e i gruppi che hanno organizzato il 10 luglio al Bosco delle Querce hanno cominciato a discutere e ragionare su questo tema. Il terzo settore, nelle sue molteplici espressioni, continua a esserci dove l’istituzione ha tentennato. Ma il terzo settore non basta in questa che è, anche e soprattutto, una partita delle istituzioni alle quali chiediamo di collaborare e promuovere un concreto processo di valorizzazione del Parco e della sua Storia coinvolgendo i gruppi e le associazioni del territorio interessate e che vedono il Bosco delle Querce come opportunità. Di crescita. Civile. Ambientale. Sociale.
Qui è chiamato in causa il Comune di Seveso ma anche il Comune di Meda non deve più defilarsi.
Il Comune di Meda in tutti questi anni, e soprattutto nell'ultimo periodo, è stato un silente attore passivo. Perché - a Meda in troppi fanno finta di dimenticarsene - il Parco naturale Regionale si chiama “Bosco delle Querce di Seveso e Meda”. E l'Icmesa era, appunto, a Meda
I due comuni, insieme, sono chiamati a fare propria e rilanciare a Regione Lombardia la proposta di Ampliamento del Bosco delle Querce, includendo le aree di via della Roggia e quelle di via Redipuglia, così come proposto in una petizione ancora aperta da alcuni gruppi locali e così come deciso con l’unanimità dei voti in una mozione in Consiglio Comunale. La specificità del Bosco delle Querce, con la sua Storia, e con il mantenimento del simbolo che rappresenta, può essere anche il punto di partenza per pensare a un Parco Regionale che incorpori ciò che resta – purtroppo – delle aree verdi in un lembo di Brianza che è stato massacrato dal cemento e dall’urbanizzazione caotica. Anche questo è un percorso che può partire da un rinato Bosco delle Querce, fulcro di possibili ampliamenti e accorpamenti e la cui proposta deve nascere e crescere sul territorio, senza processi verticistici e con risorse aggiuntive da sommare a quelle che Regione Lombardia stanzia per il Bosco delle Querce.
Di
tutto questo pensiamo possano e debbano tenere conto tutti e tutte
coloro che ambiscono a governare in futuro la citta di Seveso a partire
dal prossimo appuntamento elettorale.
Seveso/Meda 22-7-021
Seveso/Meda 22-7-021
Legambiente Seveso, Seveso Futura
Sinistra e Ambiente Meda, Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà Meda