sabato 6 aprile 2019

IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ SOLLECITA L'AMMINISTRAZIONE PER L'INCONTRO CHIESTO A FEBBRAIO


Sono quasi 2 mesi da quando il gruppo IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha depositato al protocollo una richiesta di incontro con il Sindaco di Meda Luca Santambrogio, l' Assessore ai Lavori Pubblici, Programmazione del Territorio Andrea Bonacina e l'Assessore alla Cultura, Programmazione Economica, Ambiente, Attuazione del programma Fabio Mariani.
Era il 12-2-2019.
All'oggi, pur avendo letto sulla stampa locale dichiarazioni di disponibilità del Sindaco, ancora nessun riscontro, nessun contatto è arrivato dagli amministratori medesi.
Abbiamo pertanto protocollato una nuova richiesta con un sollecito.
Verificheremo nei fatti se esiste o meno la volontà dell'Istituzione per un confronto sulla volontà di tutelare l'ambiente e il territorio.

Inviata a mezzo PEC e protocollata il 28-3-019 

Att.ne
-Sindaco di Meda LUCA SANTAMBROGIO
-Assessore ai Lavori Pubblici – Programmazione del Territorio ANDREA BONACINA
-Assessore alla Cultura, Programmazione Economica, Ambiente, Attuazione del programma
  FABIO MARIANI

Oggetto: richiesta di incontro

In data 12-02-019 abbiamo protocollato una richiesta di incontro con Sindaco e Assessori alla partita.
Era ed è nostra intenzione argomentare e dialogare su alcune proposte che abbiamo per sommi capi illustrato nella stessa comunicazione.
Quanto da noi scritto è stato anche ripreso dalla stampa locale (Il Cittadino e Il Giornale di Seregno) oltre che da alcuni siti web.
Proprio nell’articolo de Il Cittadino del 23-02-019, vengono riportate le parole del Sindaco che assicuravano l’accoglimento della richiesta d’incontro trovando una data condivisa affinché possano presenziare anche gli Assessori.
Per questo, ci permettiamo di avanzare un promemoria e un sollecito rinnovando la nostra richiesta affinché ci si possa quanto prima incontrare.

Restando in attesa di cortese riscontro

I portavoce di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ

Gianluigi Cambiaghi
Alberto Colombo

sabato 16 marzo 2019

IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE PER LA BUONA ACCOGLIENZA DEL 23-3-019 A MONZA


Il Movimento politico IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha tra i suoi principi fondanti il rifiuto e il contrasto alla discriminazione, al razzismo, alla xenofobia, al fascismo e  all'autoritarismo. 
Per questo  IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha aderito e partecipa Sabato 23 marzo 2019 alla Manifestazione organizzata da gruppi ed associazioni della Brianza con ritrovo dalle ore 14.30 in Piazza Trento e Trieste a Monza.
Si manifesta dopo l'iniziativa pubblica a Monza del 31-1-019 che ha raccontato le buone pratiche dell'accoglienza in Provincia di MB e dopo la grande manifestazione di Milano del 2-3-2019.
Si manifesta per evidenziare gli aspetti pessimi e persecutori della legge "sicurezza" e immigrazione. Si manifesta per denunciare come la nuova normativa e le ridotte risorse economiche previste nei nuovi bandi governativi penalizzeranno i progetti di accoglienza diffusa sul territorio, facilitando invece i grandi centri (tipicamente i Centri Accoglienza Richiedenti asilo - CARA) spesso caratterizzati da bassa qualità dei servizi erogati, da diffusa ghettizzazione e dove spesso si sono verificati casi di malagestione, malaffare e speculazione affaristica.
Il taglio alle risorse annullerà tutti quei servizi utilissimi per l'integrazione (corsi di italiano, formazione professionale, tirocinii, assistenza legale, mediazione culturale) impedendo il proseguio delle esperienze positive costruite su piccoli gruppi di richiedenti asilo suddivisi in più Comuni, ospitati in case ed appartamenti e costantemente seguiti e supportati.
Il 23 marzo a Monza si cercherà di difendere un modello che in Brianza ha funzionato, quello dell'accoglienza diffusa e di qualità, ribadendo che le politiche esclusive alimentano razzismo e discriminazione.

L'appello:





Adesioni aggiornate al 14 marzo 2019
CGIL MONZA E BRIANZA, CISL MONZA LECCO, UIL BRIANZA, ANPI MONZA E BRIANZA, ANED MONZA E BRIANZA, ARCI COORDINAMENTO BRIANZA, LIBERA MONZA E BRIANZA, EMERGENCY COORDINAMENTO GRUPPI ALTO MILANESE MONZA E BRIANZA, ACLI MILANO MONZA E BRIANZA, ASSOCIAZIONE DIRITTI INSIEME, ASSOCIAZIONE ALISEI, AUSER MONZA E BRIANZA, ASSOCIAZIONE LADO A LADO ONLUS, UNITI NELLA DIVERSITA’, RETE SEREGNESE DELLE ASSOCIAZIONI – LEGALITA’, GIUSTIZIA SOCIALE E TUTELA DEI DIRITTI, CULTURE SENZA FRONTIERE, ASSOCIAZIONE SENZA CONFINI, CASA DELLA SINISTRA, BLOOM – COOP. SOCIALE IL VISCONTE DI MEZZAGO, LIBERE DEMOCRATICHE MONZA E BRIANZA, ASSOCIAZIONE LAB MONZA, ASSOCIAZIONE BRUCALIFFO, ANOLF MONZA E BRIANZA, ANTEAS MONZA E BRIANZA, FILI DI PAROLE, SEVESO FUTURA, CIRCOLO CULTURALE E SOCIALE DON ENNIO BERNASCONI, QDONNA LISSONE, EQUIBICI, NOVALUNA, ASSOCIAZIONE CULTURALE SAN FRUTTUOSO, AMICI DEL CINEMA ROMA, MONZATTIVA, GRUPPO UOMINI BRIANZA, AFRICA ’70, COLLETTIVO AGITAMENTE, ASSOCIAZIONE XAPURI, ASSOCIAZIONE CITTA’ PERSONE, COMMISSIONE CULTURA ALTERNATIVA, LA COOP. DI ABITANTI 25 APRILE, TENDA DELLA PACE, DARE UN’ANIMA ALLA CITTA’, GRUPPO SCOUT AGESCI SEREGNO 1, CENTRO ISLAMICO MONZA, CARITAS MONZA, LA BOTTEGA CHE NON C’E’, COMITATO ANTIFASCISTA 25 APRILE SEREGNO, ASSOCIAZIONE AFRICA BOUGOU ONLUS, SPI LISSONE, ANPI LISSONE, ARTICOLO UNO MONZA E BRIANZA, RTI BONVENA, CONSORZIO COMUNITA’ BRIANZA, ARCI PRIMAVERA BRUGHERIO, COMITATO MONZA POSSIBILE, ARCI EUGENIO CURIEL CESANO M., PRC MONZA E BRIANZA, PD MONZA E BRIANZA, FLAI CGIL MONZA E BRIANZA, FILCAMS MONZA E BRIANZA, CIRCOLO LEGAMBIENTE LAURA CONTI SEVESO, DONNE DEMOCRATICHE DI MONZA E BRIANZA, SINISTRA E AMBIENTE MEDA, UN PONTE PER…, IMPULSI-SOSTENIBILITA’ E SOLIDARIETA’, STATI GENERALI DELLE DONNE, SOS-SCUOLA MONZA, UN PALCOSCENICO PER I RAGAZZI BELLUSCO, CSV MONZA LECCO SONDRIO, AMNESTY INTERNATIONAL SEZIONE MONZA, PROGETTO CONTINENTI GRUPPO LOCALE DI MEZZAGO, ASSOCIAZIONE AMICI PARCO DEL GRUGNOTORTO MUGGIO’, DESIO CITTA’ APERTA, NOVO MILLENNIO SOCIETA’ COOPERATIVA ONLUS, DESBRI, ASSOCIAZIONE INRELAZIONE, PACE FATTA VEDANO, CIRCOLO ACLI LEONE XIII SEREGNO, CONSORZIO CS&L, CIRCOLO ARCI NOVA, COOPERATIVA AERIS, COOPERATIVA CANONICA, ASSOCIAZIONE SACRA FAMIGLIA CESANO MADERNO, CENTRO SOLIDARIETA’ CARATE BRIANZA, COOPERATIVA SOCIALE META ONLUS, COMITATO PROVINCIALE UNICEF MB, COOPERATIVA POP, ASSOCIAZIONE AHLAN

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giovedì 14 febbraio 2019

IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ CHIEDE UN INCONTRO ALL'AMMINISTRAZIONE MEDESE PER CONFRONTARSI SU ALCUNE PROPOSTE DEL GRUPPO


Il gruppo IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ, il 12-02-019, ha protocollato e inoltrato a mezzo Pec una richiesta di incontro al sindaco di Meda, Luca Santambrogio, all'assessore ai Lavori Pubblici – Programmazione del Territorio, Andrea Bonacina e all'assessore alla Cultura – Programmazione Economica – Ambiente – Attuazione del programma, Fabio Mariani.
Nell'avviare la propria attività, il gruppo intende iniziare un confronto con l'Amministrazione partendo da alcune proposte riguardanti peculiarità e problematiche del territorio cittadino.
Per questo il testo inviato chiede di discutere sulla tutela delle residue aree libere nel quartiere Polo (o Meda Sud), d'una fruizione del Parco di Villa Traversi a mezzo convenzione, della Zoca dei Pirutit.

Inviato a mezzo Pec e protocollato il 12-2-019

Meda 12-02-019

Att.ne
-Sindaco di Meda LUCA SANTAMBROGIO
-Assessore ai Lavori Pubblici, Programmazione del Territorio ANDREA BONACINA
-Assessore alla Cultura – Programmazione Economica, Ambiente, Attuazione del programma FABIO MARIANI

Oggetto: richiesta di incontro

PREMESSA: CHI SIAMO

IMPULSI – SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ è un Movimento politico nato per favorire  l’attività sociale e politica a Meda con idee e proposte basate sui principi della SOSTENIBILITÀ ambientale e della SOLIDARIETÀ sociale
Ulteriori informazioni, proposte e riflessioni di  IMPULSI – SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ sono disponibili sul blog: https://impulsi-sostenibilitasolidarieta.blogspot.com/

Con questa premessa che sintetizza chi siamo e quali sono i principi della nostra attività, siamo a chiedere un incontro con Sindaco e assessori alla partita per illustrare, argomentare e dialogare su alcune proposte  che poniamo all’attenzione di questa amministrazione, anche per avviare un confronto con il livello Istituzionale del nostro comune.

ADERIRE AL PLIS BRIANZA CENTRALE includendovi una area verde del quartiere Meda Sud.
Diverse Comuni hanno avuto modo di approfittare di questa realtà che una ventina di anni fa ha salvato i seregnesi dal degrado totale dell’espansione senza freni della loro città. L'amministrazione seregnese di allora decideva di tutelare superfici libere a vantaggio degli abitanti e delle generazioni a venire. Una scelta che ha pesato e pesa molto positivamente sulla qualità della vita dei seregnesi di oggi, che possono, usando la bici o anche solo le proprie gambe, fruire dei grandi spazi verdi della Porada o del Meredo o di altri quartieri.
Quella decisione di tutela fu coraggiosa e lungimirante ed era stata pensata aperta all'ampliamento del perimetro includendo anche spazi liberi dei Comuni confinanti.
Il parco sovracomunale della Brianza Centrale indicava una strada, ma nella Brianza dei campanili in competizione, nonostante gli sforzi di associazioni e comitati, quella strada è ancora da percorrere.
Purtroppo le amministrazioni medesi non hanno mai concretizzato la tutela delle residue aree di verde fuori dalla zona collinare, affiancandole a quelle seregnesi ad ampliamento di un Parco esistente. Nella nostra città si è preferito cementificare i campi ai confini di Ceredo e Meredo, e non solo, in cambio di entrate per pronto consumo.
Oggi non restano che pochi fazzoletti di terra contigui o prossimi ai confini del PLIS Brianza Centrale.
La nostra proposta all'amministrazione è quella di decidere ed agire con i necessari passaggi nel senso della tutela di queste residue superfici, accorpandole al PLIS Brianza Centrale.
Le forme possono essere  poco dispendiose e si possono considerare anche microaree che sopravvivono qui e là (brughiera a parte evidentemente), non necessariamente contigui.

IL PARCO DI VILLA TRAVERSI
A metà degli anni Ottanta, l'amministrazione di allora stipulò con la famiglia Antona Traversi una convenzione per l'apertura al pubblico e la fruizione del parco della omonima villa. Quella convenzione, stipulata e quindi entrata in vigore non trovò mai effettiva attuazione perché l'amministrazione non onorò l'impegno di dare sistemazione a percorsi, manutenere alberature e arredi,  occupandosi di quanto necessario per rendere fruibile un parco urbano.
Ai giorni nostri una apertura e una fruizione del parco di Villa Traversi risulterebbe molto utile data la progressiva e drastica riduzione degli spazi verdi raggiungibili a piedi e lo svuotamento del nostro centro storico. Va considerato poi che la zona di Villa e Parco Traversi potrebbe essere il fulcro attrattivo dell’intero centro storico, che ore versa in condizioni di pesante criticità, consentendone una riqualificazione, anche con l’istituzione delle “aree ambientali” a traffico limitato o ciclopedonali così come enunciato nel Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU).
Ora è il caso che l'amministrazione che guida la città provi a rinnovare, oltre trent'anni dopo, il tentativo, con intenzioni più serie di allora, di concludere un accordo nello stesso spirito di collaborazione di un tempo.

LA ZOCA DE' PIRUTITT
Sono note a tutti le vicende giudiziarie che hanno portato all'abbandono della Zoca de' Pirutit, restituita alla natura rispetto a come è stata conosciuta dai medesi.
La proprietà ha interrotto, ogni rapporto con l'istituzione e con chi quello spazio e le strutture connesse aveva organizzato e curato. La Zoca è stata per diversi decenni: luogo di ritrovo quotidiano per molti, di aggregazione per amici di ogni giorno e per coloro che vi si recavano saltuariamente, di sosta durante passeggiate brevi e lunghe arrivando dalla città o dai sentieri della brughiera. È stato anche il luogo per molti insegnanti di educare i bambini alla scoperta della natura. La vita quotidiana in quel luogo, il costante lavoro di manutenzione dei molti volontari che vi si dedicavano ogni giorno e strutture e arredi che la costituivano non offendevano il contesto più selvatico che la circondava.
Ora l'amministrazione potrebbe, anche in questo caso, almeno "provarci" a confrontarsi con la proprietà, avendo in mente una qualche forma di ritorno a ciò che era, cercando di ragionare con essa su cosa sarebbe possibile fare e a quali condizioni.
Certamente non sono pensabili  scambi con un impatto negativo sulla natura di quel luogo e della brughiera intorno, ora finalmente tutelata da un Parco Regionale e con la necessità del coinvolgimento di un ente dalla cui volontà non si potrà prescindere. 
La proposta è quindi per un tentativo di approccio Comune-Proprietà che restituisca quel luogo per ciò che era, anche se magari, forse necessariamente, in forme giuridicamente e concretamente diverse ma comunque sostenibili.

Cogliendo l’occasione, vorremmo poi evidenziarvi alcuni suggerimenti sull’introduzione del sacco microchippato e fare un punto di massima sull’argomento autostrada Pedemontana Lombarda.

Restando in attesa di cortese riscontro

I portavoce di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ

Gialuigi Cambiaghi e Alberto Colombo

La localizzazione dei punti su cui  IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ chiede un confronto all'Amministrazione.




sabato 19 gennaio 2019

IN BRIANZA, LA BUONA ACCOGLIENZA CRITICA LA LEGGE SU SICUREZZA E IMMIGRAZIONE E SI INCONTRA A MONZA IL 31-1-019

BONVENA, rete di associazioni e di gruppi No-Profit del Terzo Settore che si occupa dell'accoglienza dei richiedenti asilo in Provincia di MB ha elaborato un documento (che sotto pubblichiamo) e organizza un incontro pubblico a Monza Giovedì 31-1-019 al BINARIO 7 a partire dalle ore 9.00.
I contenuti del documento sono fortemente critici nei confronti della legge 132 del 1 dicembre 2018 che ha confermato l'applicazione del decreto 113 meglio noto come "decreto sicurezza e immigrazione".
Una critica che come IMPULSI condividiamo appieno.
Quella promulgata dal governo di M5S e Lega è una normativa persecutoria per rendere difficile la vita ai richiedenti asilo e ai profughi, limitandone i diritti e complicando in maniera pesante il percorso di accoglienza e di integrazione.
Ne avevamo scritto e trattato nel post IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ SUL DECRETO INsicurezza, I PROFUGHI, LA POVERTÀ  e in precedenza, lo aveva fatto Sinistra e Ambiente con un focus sui contenuti che purtroppo non sono cambiati poichè il testo iniziale è stato confermato con la blindatura del voto di fiducia. Vedi:DECRETO "IMMIGRAZIONE E SICUREZZA" UN ALTRO PASSO PER ALIMENTARE LA DERIVA RAZZISTA .
La lettera /appello di BONVENA à un' analisi puntuale sulle norme punitive e discriminatorie verso coloro che sono considerati "stranieri" ed evidenzia come la normativa minerà percorsi di integrazione avviati o da avviare creando abbandono, precarietà sociale e nuova povertà.
L'iniziativa è aperta alle adesioni e a forme di sostegno.
All'incontro pubblico, il Movimento Politico IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ha dato la sua adesione insieme con il gruppo di SINISTRA E AMBIENTE .





martedì 15 gennaio 2019

A MEDA IL 21-1-2019 UN INCONTRO INTERESSANTE SU MUTAMENTI NEI MODI DI FARE FAMIGLIA


In questi ultimi anni, la configurazione del nucleo sociale che è considerata "famiglia" si è arricchito con le famiglie arcobaleno, la famiglia monogenitoriale, le coppie di fatto etc.
Anche la normativa di legge in materia s'è ampliata con l'approvazione della legge sulle Unioni Civili.
Sarà interessante capire e seguire le argomentazioni, il confronto e il dibattito di una serata pubblica a Meda, di cui riceviamo e volentieri pubblichiamo testo di presentazione e locandina.
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Si parla spesso dei cambiamenti che trasformano la nostra società  ma non è facile trovare tempo e modi per conoscerli ed approfondirli nè riteniamo a volte, di disporre di strumenti adatti a comprenderli. Accade così che di fronte a questi mutamenti le reazioni immediate sono spesso di paura, di nostalgia del passato, quando non di condanna. La storia lunghissima della famiglia è da sempre caratterizzata da profonde trasformazioni. Si può affermare che se la famiglia, che è forse l'istituzione più antica e durevole della storia umana, ha resistito fino ai giorni nostri, à perchè ha saputo sviluppare la capacità  di evolversi. Questo è più vero negli ultimi tempi tanto che l'immagine che ogni generazione si porta dentro è certamente diversa da quella di chi l'ha preceduta. Mentre le aspettative di cura, sostegno e di educazione che la società  ripone in essa ed i modelli e le convinzioni cui si dovrebbe conformare sono rimasti invariati. Ciò è per molte famiglie possibile fonte di crisi. Scopo della serata sarà , pur in presenza di tante ricchezze insite nelle famiglie, di dare un nome alle povertà che l'affliggono, alle fatiche a volte insopportabili, alle schiavitù da cui emanciparsi, alle difficoltà  a continuare le relazioni nella fedeltà e nell'amore reciproco. 
Relatrici: Chiara Saraceno sociologa e studiosa della famiglia e delle sue trasformazioni (ha insegnato Sociologia della famiglia nell'Università di Torino ed è stata professore di ricerca all'Istituto di ricerca sociale di Berlino)- e Mitzi Mari -ausiliaria diocesana-.


martedì 11 dicembre 2018

PROFUGHI E POVERTÀ: NON RESTIAMO INDIFFERENTI.

Vengono da lontano le politiche e le scelte che creano una condizione di difficoltà estrema per coloro che arrivano in Italia con la speranza di un futuro migliore.
Reato di clandestinità, Decreto Minniti che limita i diritti di ricorso legale, accordi con le milizie libiche per trattenere i disperati in campi con condizioni inumane, chiusura della missione italiana di salvataggio Mare Nostrum, campagna continua e martellante per allontanare le navi delle ONG che prestavano soccorso in mare e ora il decreto legge su sicurezza ed immigrazione (DL 113/2018) che con la firma del Presidente Mattarella è stato promulgato ed è legge organica dello Stato.
Il governo Conte e la maggioranza M5S e Lega scrivono una delle “più cattive norme della storia italiana”, probabilmente anticostituzionale, certamente discriminatoria ed umiliante per gli stranieri e pericolosa per gli italiani.
L’obiettivo primario di quella che è divenuta ormai legge dello Stato è lo smantellamento di quei progetti di buona accoglienza, senza minimamente incidere su coloro che invece hanno furbescamente costruito una fortuna evitando di dare adeguati servizi ai richiedenti asilo, ammassati con numeri insostenibili nelle strutture da loro gestite.
Invece di intervenire laddove non c’era e non c’è garanzia di servizi di qualità, il governo Lega-M5S ha scelto di combattere il modello fatto da un percorso condiviso, di prossimità e di qualità che consente di  creare le basi di una pacifica convivenza con chi, a costo di enormi sacrifici e mettendo spesso a repentaglio la vita propria e dei propri cari, arriva da paesi non appartenenti alla comunità europea, in fuga da conflitti, disastri naturali, persecuzioni, condizioni di vita insopportabili o altri eventi altrettanto gravi.
La legge cancella il Permesso Umanitario, sostituendolo con un Permesso Speciale, di limitata validità temporale (massimo 1 anno)  e inserisce una casistica per pochi casi (vittime di particolare sfruttamento lavorativo , cure mediche, calamità naturali, atti di particolare valore civile) su cui valutare situazioni e condizioni individuali complicate.
E' negato  l'accesso agli SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) ai titolati di Permesso Umanitario a partire dal 5-10-018 (data di entrata in vigore del Decreto legge), impedendo loro di completare percorsi d’inclusione e buttandoli  per legge in mezzo alla strada e poco importa se tra essi vi sono donne e bambini.
Una campagna per l'accoglienza nel vimercatese
Si persegue dunque il disegno di segregare prima e di rendere irregolari a vita i migranti che oggi risiedono nei nostri comuni in strutture diffuse, composte da piccoli nuclei facenti parte di progetti d’integrazione (SPRAR), limitando il diritto d’accesso ai soli titolati di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati.
Si tolgono diritti, persino risorse per l’alfabetizzazione linguistica e l’assistenza sanitaria.
Sarà poi pressoché impossibile per un richiedente asilo e un profugo ottenere la residenza poiché il DL 113/018 non riconosce più il Permesso di soggiorno temporaneo quale documento utile per l’iscrizione all’anagrafe. A lui verranno quindi negato l'accesso ai quei servizi di welfare comunale dove la residenza è un requisito.
La cattiveria persecutoria del governo e della maggioranza arriva a colpire anche coloro che richiedono la cittadinanza italiana, innalzando a 48 mesi i tempi di risposta e incrementando il contributo per l’istanza.
E’ evidente l’intenzione di criminalizzarli in quanto diversi, per provenienza, religione, costumi, e in egual misura perchè poveri contravvenendo alla responsabilità e consuetudine di attenzione, ospitalità e protezione che ha contraddistinto la storia dell’umanità. 
E’ la diversa provenienza e il rischio di emarginazione e povertà che si vuole relegare nell’angolo.
Da sempre i poveri rappresentano un elemento di critica per le nostre coscienze e d’instabilità per l’ordine sociale nella misura in cui hanno interesse a sconvolgere un sistema che li mortifica e mantiene nella condizione d’indigenza materiale e formativa, non avendo nulla da perdere nel farlo. 
Si risponde alle ingiustizie economiche e sociali, in aumento anche in occidente, con soluzioni a buon mercato, attribuendo tutti i mali ad una categoria di persone o ad istituzioni sovranazionali, in un crescendo di sovranismo egoistico, di razzismo, di discriminazione. 
Non ci si fa scrupolo di alimentare un clima di paure, quasi sempre ingiustificate, utilizzando dati falsi od incompleti ed intimorendo chi si oppone a queste letture. 
Occorre invece adottare una strategia differente provando a rigovernare l’economia, restituendo, nell’interesse generale, dignità alle persone, specialmente a chi vive situazioni di precarietà sia nella vita che nel lavoro e pertanto continuamente ricattabile perchè in condizioni di debolezza.
Servono politiche di inclusione e non di esclusione, servono scelte coraggiose per contenere la povertà e l’aumentare degli “ultimi”, di tutti gli “ultimi” indipendentemente dalla loro provenienza.
Proprio per stare nel tema della lotta alla povertà, è dubbio ed insufficiente un welfare che preveda un reddito minimo (che peraltro ingloba precedenti sussidi e rendite virtuali per case di proprietà) e contempli sia il controllo sia la definizione rigida dei beni acquistabili, l’accettazione di qualsiasi lavoro, sempre che se ne trovi, indipendentemente dalle qualifiche e dalle aspettative. 
Tutto altresì ancora avvolto dall’incertezza delle tempistiche applicative. 
Lo strumento, così come è pianificato, non implica una liberazione dalla povertà, ma struttura il governo degli esclusi.

Per approfondire il tema della lotta all'odio e all'intolleranza sul web e più in generale nell'informazione:

lunedì 3 dicembre 2018

LA STAMPA SCRIVE DI IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ


La stampa locale ha ripreso le comunicazioni di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ.
Ai lettori, a chi ci segue e ci seguirà sui social e nel prossimo futuro sulle iniziative, vogliamo ricordare e precisare che IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ è un Movimento Politico, un gruppo nato dall'UNIONE e non dalla divisione.
È l'unione di cittadini provenienti da esperienze politiche e sociali variegate che si sono ritrovati condividendo appieno la serie di VALORI e di principi guida espressi nel Manifesto istitutivo.

GIANLUIGI CAMBIAGHI e ALBERTO COLOMBO sono stati scelti quali portavoce di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ.




Su BrianzaCentrale:
http://brianzacentrale.blogspot.com/2018/11/nasce-meda-impulsi-sostenibilita-e.html

mercoledì 14 novembre 2018

IL MANIFESTO DEL MOVIMENTO POLITICO "IMPULSI - SOSTENIBILITÀ E SOLIDARIETÀ "


Nasce a Meda un Movimento denominato IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ.
Un Movimento formato da persone provenienti da differenti esperienze ma accomunati da intenzioni e obiettivi esplicitati in quello che è il MANIFESTO costitutivo del gruppo che intende agire sul territorio.

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IMPULSI – SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ

MANIFESTO DEL MOVIMENTO

 

IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  è un Movimento senza scopo di lucro, con carattere politico che opera al servizio della comunità medese e del suo sviluppo, per accompagnarne la trasformazione degli ambienti di vita e di lavoro e le relazioni umane che ne derivano.
Agisce sulla base di una concezione sostenibile dello sviluppo della città e del più ampio territorio e del Paese di cui essa è parte ai diversi livelli, esprimendosi sia su tematiche locali sia su argomenti che riguardano la politica e gli avvenimenti nazionali.
Si prefigge di favorire l’attività sociale e politica a Meda, anche in una visione critica, occupandosi di:
  • pubblica amministrazione  
  • territorio
  • ecologia, paesaggio, ambiente nella sua complessità e consumo di suolo
  • tutela dell’ambiente in quanto patrimonio collettivo non più consumabile, perché origine e sorgente di vita decente e dignitosa
  • necessità di migliori relazioni fra insediamenti umani e ambienti naturaliqualità della vita
  • diritti sociali della persona e del lavoro
  • accoglienza e i fenomeni migratori
  • tutti gli aspetti sociali e d’inclusione
  • solidarietà
  • tematiche del lavoro
  • contrasto alla criminalità organizzata, alle sue influenze nella politica, al malaffare e alla corruzione
IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  si rivolge ed è aperto alla partecipazione dei cittadini e delle cittadine, medesi e non, delle diverse età, nella convinzione che la partecipazione democratica alla vita politica è in sé un valore fondamentale di pacifica e costruttiva convivenza.
IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  è guidato dai principi fondanti indicati dalla nostra Costituzione, rifiutando e combattendo qualsiasi forma di discriminazione, di razzismo, di xenofobia, di fascismo e di autoritarismo.
In un sistema di valori democratici condivisi si assume, responsabilmente, il compito della traduzione delle molteplicità che abitano la nostra comunità mediante il confronto e momenti di sintesi unitari per giungere ad una composizione dei diversi interessi e differenze.

Nel perseguire obiettivi che mirino al benessere dei cittadini si utilizza un metodo sperimentale e replicabile che preveda risultati attesi, concreti, misurabili e un’adeguata e approfondita formazione ed informazione sugli argomenti trattati e sulle proposte avanzate.
In quanto soggetto politico, IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  agisce mediante la partecipazione alla vita della città e delle istituzioni pubbliche ai diversi livelli, collaborando e definendo le interlocuzioni opportune, organizzando momenti pubblici di confronto ed eventi e operando anche in sinergia con altri gruppi, formazioni sociali ed associazioni all’interno di Reti o coordinamenti anche sovra comunali che si prefiggono i medesimi scopi.
L’azione tiene conto della complessità culturale del mondo in cui viviamo, credendo che esso, e nel suo piccolo la nostra città, debba essere prima di tutto accogliente e aperto a tutti.
Gli aderenti a IMPULSI – SOSTENIBILITÀ  e SOLIDARIETÀ  si identificano nelle sopraelencate ed esplicitate linee guida impegnandosi, agendo ed operando per la loro concretizzazione.


ASPETTI OPERATIVI

Portavoce

Il Movimento definisce e sceglie due portavoce/coordinatori che si occuperanno dei rapporti con la stampa e con altri gruppi e/o associazioni, degli aspetti comunicativi e delle incombenze formali.In occasione di eventi o conferenze stampa, i portavoce possono essere affiancati anche da altri aderenti al Movimento qualora ciò risulti necessario. I portavoce dovranno evidentemente riportare la posizione e l’espressione del Movimento e pertanto si impegnano a raccogliere e condividere opinioni ed elaborati che siano sintesi inclusiva delle riflessioni interne. La loro nomina è frutto di confronto e pertanto qualora se ne ravvisi l’opportunità, può essere deciso a maggioranza degli aderenti il loro decadimento e la loro sostituzione con nuove nomine, sempre decise con voto di maggioranza.


Comunicazione

Per la Comunicazione sono utilizzati tutti i canali possibili.
Il Movimento utilizzerà i social, facendo informazione ed esprimendosi anche a mezzo di un proprio blog.
Tutti gli aderenti possono dare il loro contributo alla stesura dei testi da pubblicare sul blog. Testi che dovranno rispecchiare una visione comune sull’argomento trattato e che pertanto saranno frutto, laddove necessario, di diffusione interna preventiva.


Risorse economiche

Gli aderenti provvederanno, in funzione delle loro capacità e possibilità economiche, a contribuire per la copertura dei costi di iniziative, di materiali utili all’attività del Movimento e di qualsivoglia altra spesa.



martedì 13 novembre 2018

SUL SACCO CON MICROCHIP E SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA A MEDA




Nell'intero territorio comunale di Meda è previsto, dal primo gennaio 2019, l'avvio, con sacchi dotati di RFID (Radio Frequency Identification) cioè di un microchip identificativo di ogni utenza, per la raccolta della frazione residua del secco che non viene riciclata ma smaltita presso l'inceneritore di Desio. Si tratta di uno strumento che l'amministrazione ritiene necessario per ridurre la quantità dell’indifferenziato e raggiungere e superare il traguardo di legge fissato, già dal 2012, del 65% di raccolta differenziata.
E’ un aumento considerevole rispetto all’ultimo dato (del 2016) del 57% , dato tra i più bassi della provincia di MB.
In altri comuni, anche a noi vicini, si sono già raggiunte, con le attuali modalità, percentuali vicine al 70% grazie all'impegno e costanza dei loro cittadini e della volontà e vigilanza delle loro amministrazioni.
Dovendo provvedere a colmare quanto meno l'attuale divario, sarebbe opportuno tentare di analizzarne le cause.
Questo esercizio potrebbe fornire indicazioni importanti su come raggiungere gli obiettivi prefissati e spingersi oltre, fino a, sarebbe auspicabile, ZERORIFIUTI.
Il quadro normativo attuale prevede, sinteticamente e per quel che può riguardare l’argomento trattato, che è compito dei Comuni fornire alla cittadinanza un servizio di pulizia e raccolta rifiuti urbani adeguato, sia in termini di efficienza che di economicità con costi sostenuti unicamente dalle utenze.
I Comuni devono altresì individuare le modalità di raccolta e conferimento, verificandone il corretto svolgimento, garantendo, come gestori, che l’azienda appaltatrice provveda ad effettuare il servizio secondo le procedure previste dal contratto e dallo specifico regolamento comunale.
Spetta pertanto loro la buona o cattiva performance.
Gli scarsi risultati, relativamente a Meda e specificatamente alla differenziata, si sono ripetuti negli anni senza che venissero messe in atto misure significative per porre rimedio.
Neanche le forze politiche hanno saputo o potuto incidere affinchè il tema meritasse la giusta considerazione e si imponesse un serio confronto con le amministrazioni.
Questo è un fatto da non trascurare qualora gli stessi soggetti si proponessero di governare il ciclo integrato dei rifiuti in Brianza.
Si sarebbe potuto sensibilizzare i cittadini, convocare assemblee, monitorare situazioni di criticità, incoraggiare e premiare pratiche virtuose per ridurre la produzione pro capite di rifiuti urbani (nel 2016 a Meda pari a 384kg a persona e in crescita del 2,7%).
Per diminuire l’uso di acqua in bottiglie di plastica, un sicuro miglioramento si conseguirebbe implementando nuove case dell’acqua pubblica e preferendo l’acqua del rubinetto.
L’istallazione a Meda della seconda “casa dell’acqua”, pur essendo ipotizzata nel Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (PAES) rimane per ora una mera enunciazione di principio.
Serve incrementare il compostaggio domestico, serve diminuire drasticamente l’uso di imballaggi di plastica riutilizzando per la spesa i sacchetti e acquistando prodotti con meno imballaggio, ricaricabili e di contro evitare gli usa e getta e i monousi.
Nulla oggi impedisce di realizzare tutto questo.
In aggiunta a queste azioni e sulla base delle esperienze di altri comuni che già hanno intrapreso il percorso dell’adozione della tariffazione puntuale riassumibile con il concetto “chi differenzia risparmia, chi inquina paga”, si possono considerare una serie di suggerimenti migliorativi applicabili:
  • Valutare la consegna dei sacchi RFID a domicilio piuttosto che il ritiro con il duplice scopo di informare capillarmente ed individuare tutte le possibili utenze, comprese quelle non registrate, potenzialmente evasori della tassa (TARI).
  • Esporre e diffondere opuscoli multilingue presso municipio, scuole, oratori, centro per gli anziani, Medateca ed esercizi commerciali e professionali. Responsabilizzare chi in queste strutture lavora perchè anche in queste realtà venga applicata correttamente la raccolta.
  • Porre attenzione alla qualità della raccolta eliminando, laddove possibile, le parti estranee a ciascuna tipologia, per es. carta dalla plastica (da essa dipende l’importo del contributo ambientale CONAI)
  • Chiedere la collaborazione degli amministratori di condominio, luogo in cui più di altri si sono riscontrate difficoltà organizzative per oggettive difficoltà (vedi numero di utenze, fenomeni di litigiosità etc). Utile anche ricercare tra i condomini figure di riferimento per la soluzione di problemi e per tenere i contatti con l’ufficio ecologia cui affidare consigli e proposte.
  • Distribuire sacchi speciali alle famiglie che ricorrono all’utilizzo di pannolini e pannoloni monouso. Allo stesso tempo contare su chi ha sviluppato maggiori attenzioni per la sostenibilità per il passaggio ai pannolini lavabili.
  • Definire fin da ora un limite temporale, dopo il quale passare a sacchi RFID con capienza ridotta a fronte di una diminuita e certa quantità di indifferenziata raccolta (non dovrebbe risultare difficile stabilire una data se, come sostenuto, si prevedono fin da ora gli sviluppi). Si eviterebbe di tenere per troppo tempo presso le abitazioni i sacchi o di consegnarli per il ritiro non completamente pieni.
  • Coinvolgere associazioni, scuole per il riuso dei giochi per bambini
  • Avviare e potenziare un attento controllo territoriale per impedire l’abbandono dei rifiuti.
Gli obblighi di legge per i Comuni non terminano con la sola raccolta. S’impone che quanto differenziato venga, ovviamente, avviato al riciclo e ad un’ulteriore valorizzazione.
Nella provincia di Monza e Brianza saranno a disposizione del consorzio per il recupero, più carta e cartone, più plastica ed alluminio, più organico e meno indifferenziata destinata ai forni inceneritori.
Al momento, l’intera frazione riciclabile va tutta fuori Provincia, negli impianti di Seruso SpA a Verderio (LC), società partecipata da BEA SPA – SILEA SPA – CEM. Per la frazione organica (FORSU) gli impianti di riferimento sono stati per anni quelli di Territorio Risorse SRL a Santhià (VC) e oggi sono quelli di Montello SpA (BG).
Il sistema di trasporto ed impianti di stoccaggio e trasformazione sarà in grado di gestire il crescere dei volumi conferiti?
Si deve evitare che l'incremento della differenziata sia vanificato o da impianti di separazione e lavorazione della materia seconda insufficienti o dalle crisi del mercato del riciclo.
In Italia, dopo la chiusura del mercato cinese molti impianti sono saturi anche a causa di un materiale di qualità inferiore, difficilmente vendibile su altri mercati.
Occorre dunque lavorare e investire per creare e sviluppare una filiera comprendente anche utilizzatori locali del materiale da riciclo per non incorrere nel rischio di dover distruggere ciò che è differenziato ma non viene riutilizzato.
Il legislatore deve agire per la riduzione degli imballaggi e si devono fissare obiettivi non solo quantitativi ma anche di qualità della merce differenziata.
E' tempo che la gestione integrata si trasformi e scelga soluzioni flessibili che siano in grado di sostenere carichi maggiori laddove vi è un aumento ed al contempo imposti una seria, aperta e partecipata riflessione laddove vi è una flessione.
Ai sindaci spetta il controllo e la verifica che gli sforzi chiesti ai cittadini si traducano in un’effettiva riduzione dell’impatto ambientale e l’obbligo della comunicazione dei risultati.
Se sono certi i benefici per l'ambiente e di conseguenza per tutti noi, per il cittadino utente il risparmio derivante dall’introduzione dell’RFID sembrerebbe al momento non quantificabile, in quanto sull'imposta pesano le componenti di spazzamento e pulizia delle strade, della raccolta dei rifiuti ingombranti e dei contratti in essere.
Sarebbe auspicabile se non doveroso, provvedere quanto prima fornendo una proiezione a breve e a lungo termine degli importi.
L’ultimo pensiero va alla politica locale, che per conservare margini di credibilità, dovrebbe essere più attenta e rispettosa del territorio in cui opera.
Sappia dunque assumere il compito di governare i fenomeni, di formulare proposte ed impegnarsi per creare le condizioni affinchè i progressi tecnologici e scientifici accompagnino e riprogettino l’intera società verso una sostenibilità economica ed ambientale.

Per i dati relativi alla raccolta differenziata:
http://ita.arpalombardia.it/ITA/servizi/rifiuti/grul/estrifiuti2016.asp
http://ita.arpalombardia.it/ITA/servizi/rifiuti/grul/estrattoGRUL2016/ReportComuniDett_Monza2016.pdf

Per quanto è avvenuto a Seveso con l’introduzione dell’RFID:
https://robertofumagalli.wordpress.com/2017/05/21/sacco-blu-con-microchip-come-e-cambiata-la-raccolta-differenziata-a-seveso-mb/

Per chi volesse approfondire il tema rifiuti zero:
http://www.rifiutizerocapannori.it/rifiutizero/


lunedì 12 novembre 2018

APPUNTI PER MEDA

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A un anno e passa dall'insediamento della nuova Amministrazione Comunale verrebbe da dire che in qualche modo non ce ne siamo accorti. 
A parte intenzioni e vicende amministrative che si possono definire fisiologiche, necessarie o quasi alla vita stessa di un Ente che deve prendersi cura della comunità che governa, il quasi zero pensiero sulla Meda che vorremmo non depone a favore di una maggiore fiducia sul futuro. 
A meno di smentite con dati di realtà, che all'orizzonte però non si intravedono. Non prendendo per buono il lungo elenco di belle intenzioni del programma elettorale – lo stile di riempirlo di desideri che nulla hanno spesso a che fare neppure con le funzioni di un comune, in verità vale ormai  per tutte le parti politiche – non si poteva prendere troppo seriamente neppure la sua trasposizione nel programma di mandato all'avvio in Consiglio, e neppure i più modesti e realistici documenti di programmazione economica e finanziaria. 
E però è quasi calma piatta, e certo non servono a ravvivare questa percezione dei cittadini oltre il recinto di Piazza Municipio vicende consiliari, regolamentari, commissioni varie, piani e programmi più o meno obbligatori e mozioni più o meno tenute sotto controllo.
È vero che la vita di una istituzione come il Comune è oggi per molti motivi quanto mai difficile, per ragioni di contesto, perché per molti versi è inadeguata ai tempi e ai ritmi dei nostri giorni, perché può contare su poche risorse rispetto alle cose da fare (seppure quello di Meda è messo relativamente meglio di molti altri della zona), perché norme di ogni genere impediscono perfino un approccio razionale a cosa è possibile fare e cosa no, ecc. ecc.. Il sindaco probabilmente lo sa, non solo perché  può contare su una ormai lunga esperienza di amministratore, ma anche perché dentro una siffatta istituzione ci lavora.
Pure, nonostante i dazi politici da pagare per alleanze o linee ideologiche dettate dall'alto, che pesano molto, e tutti i motivi che spingerebbero ancora di più all'immobilismo,  ci sarebbero strade da imboccare e cose importanti da fare anche per un Comune in difficoltà e che non può fare molto per cambiare radicalmente la vita dei medesi. 
Dovrebbe però decidersi a fare cose importanti per la città, non fosse altro per non rassegnarci tutti quanti a raccogliere solo il peggio dei veleni che da venti-trentanni a questa parte sono stati seminati a piene mani – artefice in primo luogo la Lega, ma certo non solo lei - e che ammorbano la nostra esistenza di oggi, e per non lasciare alle più giovani generazioni un futuro di sole macerie.
Non ci chiameremo Impulsi se non dovessimo essere anche propositivi, e così chi vuole, oltre al “manifesto” del gruppo che si trova su questo blog, agli scopi e ai valori irrinunciabili che ci hanno mosso ad avviarlo, chi vuole può anche trovare  proposte, percorribili e rivolte a chi può raccoglierle, e ovviamente in primo luogo a chi ha ricevuto un mandato dai medesi ad amministrarli per quanto riguarda le funzioni del Comune, senza che da cittadini si possa pretendere troppo senza dare, ma certo al meglio delle possibilità.

SULLA CULTURA

Partiamo dalla cultura per cominciare con le proposte. 
Non perché noi di Impulsi non sappiamo che le questioni vengono prima di quelle della "morale", ma perché sappiamo anche che c'è da tempo una proposta che può e deve trovare finalmente forma compiuta a Meda, e per i medesi. 
Ricircola sempre l'idea di dare finalmente - se ne parla da moltissimi anni - alla città di Meda quella che sarebbe la sua istituzione culturale più importante, il Museo del Mobile.
Il Sindaco, da assessore alla cultura, ebbe a presentare nel 2009, insieme al suo autore, un'articolato progetto culturale di ampio respiro sul museo da realizzare, in vista di dargli forma esecutiva e avviare finalmente l'iter per renderlo concreto. 
Poi ci fu il cambio di amministrazione e anche se quel progetto è stato poi acquisito a catalogo da BrianzaBiblioteche, quindi da tutti consultabile, non se ne fece più niente. Ora, a quasi dieci anni passati inutilmente da quella data, l'assessore Santambrogio diventato sindaco ha l'opportunità di riprendere quel progetto e farlo davvero proprio, evitando soprattutto che nasca una qualche istituzione, o peggio un luogo fisico, minuscola, modesta e riduttiva rispetto a quello che la città meriterebbe. 
Meda ha bisogno e merita finalmente quella istituzione culturale che, più di ogni altra, può mostrare alle future generazioni di medesi e allo stesso tempo anche al Mondo, ciò che la città è stata ed è capace di fare nell’ambito della lavorazione del legno, del mobile e dell’arredamento: un museo all’altezza del prestigio della sua tradizione mobiliera.
Ci pare quindi necessario che l'Amministrazione, considerato anche che lo studio approfondito lo ha già in mano, ritenga venuto il momento di considerare tempi, definire risorse e  soprattutto prendere decisioni, sperando almeno che il tempo sprecato in questi anni dai precedenti amministratori abbia lasciato intatte le intenzioni di un tempo dell'assessore Santambrogio. e che le decisioni non siano frutto di una qualche visione da cortile che per lunghi tratti degli ultimi trent'anni ha colpito gli amministratori della città.
Ci aspetteremmo quindi un museo del mobile all'altezza di quello che sanno essere i grandi musei dei nostri tempi, evitando, per favore, che sia solo palazzo Mascheroni, o qualsiasi altro luogo che contenga solo “pezzi da museo” o, peggio, un deposito polveroso di oggetti raccolti e messi lì in bella mostra. Insomma una istituzione culturale nelle forme di un passato ormai ovunque lontano.
E ovviamente immaginiamo che imboccando questa strada, comunque lunga, non tutto sarà in discesa, fin dall'inizio, per il Sindaco. 
Non saranno in pochi a chiedergli perché impiegare tempo e risorse - prevedibilmente cospicue, anche ottenendo finanziamenti pubblici e, si spera, cospicui apporti privati dalle industrie medesi - per creare una istituzione culturale che anche quando dovesse diventare prestigiosa e funzionare al meglio, richiederebbe un costante e notevole sforzo economico. In fondo, a chi può interessare un museo del mobile a Meda?  L’istituzione museo non è certo in cima alle infrastrutture o ai servizi che la gente ritiene importanti per costruire un futuro migliore!
La risposta che interessa "ai medesi!” potrebbe anche essere immediata, ma non basterà ai critici una generica predisposizione d’animo, considerato che certamente l’istituzione di un museo richiede tempo, fatica e un dispendio di risorse economiche non indifferente. Si deve loro, necessariamente, una risposta fondata allora su interessi reali.
Per far comprendere quanto il museo del mobile possa avere valore per la nostra città non sarebbe in verità necessario fare valutazioni solo in termini economici e finanziari, di rapporto costi-benefici, che pure per altri versi sono la misura di un interesse pubblico alla buona gestione, da tenere sempre in considerazione. I buoni governanti  di qualunque livello istituzionale saprebbero indicare la strada da prendere senza dare troppo peso alle facili critiche, ma di costoro se ne vedono molto pochi in giro di questi tempi.
Ci sono infatti componenti immateriali essenziali per una comunità, perfino per la sua esistenza, e che sono del tutto evidenti. 
Un museo può avere in primo luogo valore "identitario" - ovviamente non nel senso becero che va tanto di moda e che serve a raccattare voti facilmente - e svolgere funzioni educative per vecchie e nuove generazioni, aggiungere sempre e comunque elementi positivi a quell’insieme che per una comunità si può definire “qualità della vita”.
Il museo del mobile di una città come Meda servirebbe a declinare ed esplicitare a tutti le virtù di questa città, i suoi “meriti”, la sua storia, concetti che valgono di per sé, senza necessità di ragionamenti e confronti di idee, apoditticamente, almeno per chi li sente propri. Una funzione che peraltro non potrebbe essere più "pubblica" di così, ossia che non può non riguardare tutti.
Ma il museo interesserebbe anche un grande numero di "privati", che godrebbero dei molti vantaggi indiretti che un museo come quello medese potrebbe produrre: dai visitatori (un mondo ampio e variegato) ai concessionari di servizi aggiuntivi, dagli esercizi medesi interessati alle ricadute del turismo culturale agli sponsor che agiscono per motivi commerciali, dai clienti dei molti servizi che il museo può generare alle comunità scientifiche e professionali di tutto il mondo.
La città ama autorappresentarsi e viene rappresentata sui media, nelle copertine e nelle pagine locali come in quelle specializzate, per i suoi mobili, in particolare negli ultimi cinquant'anni per il design delle firme più prestigiose e delle aziende più rappresentative. Ma anche per la sua filiera completa - che altri non hanno - per il restauro, ecc. 
Un museo che parli della cultura del mobile, del legno e dell’arredamento, in tutte le forme ed espressioni che sappiamo non meno che per gli aspetti della cultura immateriale, rappresenterebbe la vera vetrina del patrimonio culturale ereditato dalla città.
Questa parte del patrimonio, seppure importantissima, è stata finora assai poco considerata nel suo valore a tutto vantaggio delle testimonianze artistiche e architettoniche. 
Sarebbe tempo che un museo cominciasse a valorizzare e promuovere questa eredità e le sue molte forme distintive, giocando così un ruolo essenziale anche per il futuro produttivo.   
Un marchio, vero e unico, che potrebbe accompagnare tutta la comunità medese nel futuro, mettendo in moto anche processi destinati a qualificare l’avvenire della città.
Un museo del mobile può mettere in moto con altre realtà culturali organizzate logiche di sistema impensate e può essere fondamentale luogo e strumento di mediazione di interessi diversi. Il museo potrebbe essere soprattutto lo spazio dove combinare i saperi fino a produrne di nuovi, i saperi dei medesi più anziani insieme a quelli dei "nuovi medesi", tali o perché giovani generazioni o perché persone che vengono anche da molto lontano o dalla Grande Milano, persone che si affacciano tutte quante alla città e chiedono di comprenderla meglio per meglio integrarsi. 
Quest’ultima sembra parola difficile di questi tempi ma in fondo è anch'essa un'impresa possibile: non sono stati pochi, né sono poco significativi gli esempi di chi, venendo da fuori, ha saputo combinare con successo il proprio modo di essere con ciò che di meglio poteva imparare dalla città del mobile.
Un museo potrebbe essere lo strumento per rimanere aperti al mondo che cambia. 
Un luogo d’incontro e passaggio di persone provenienti da ogni dove, accomunate dall’interesse per la nostra città e per la sua cultura produttiva. Il miglior antidoto contro quelle paure dell’incognito futuro che potrebbero spingere molti – non tanto i numerosi imprenditori e operatori medesi che ogni giorno vendono dappertutto, quanto le generazioni a venire - a rinchiudersi in visioni anguste e in un mondo tutto loro, sempre più piccolo, un piccolo mondo antico di oggi,  destinato davvero a soccombere se dovesse chiudersi su se stesso. Anche per questo è utile fare un museo.

IL VERDE, L'AMBIENTE
Anche dal verde, dalla sua tutela non meno che dalla sua fruizione, per cominciare con le proposte. 
Anzi, per proporre di ricominciare, riprendendo fili importanti che sono stati lasciati lì da molto tempo, in qualche caso senza neppure percorsi avviati e tanto meno risultati, di cui oggi sarebbe pure importante che i medesi potessero godere. E non godono.
Intendiamoci, di proposte nella direzione di una migliore sostenibilità e qualità della vita alle varie amministrazioni che si sono succedute in questi decenni ne sono state fatte diverse, ma per lo più esse sono state accolte con insufficiente o nessuna attenzione, almeno rispetto alle possibilità che avevano di diventare concrete. 
Non mancano peraltro ancora oggigiorno azioni, consigli, pareri e suggerimenti da parte di chi ha maggiormente a cuore i temi della sostenibilità della crescita, come alcune recenti e ancora sul tavolo, sul traffico e la mobilità, o quelle connesse a Pedemontana e a talune opinabili scelte urbanistiche. 
Tuttavia, nel solco di una significativa logica di continuità con il passato, permane nella realtà l'insufficiente attenzione a certi temi da parte di chi è chiamato oggi a fare scelte importanti amministrando la città.
Senza trascurare di mettere sotto la lente di ingrandimento le intenzioni e le decisioni dell'amministrazione in corso e di quelle future, per dare anche il nostro contributo alla Meda che vogliamo ci sembra però giusto, intanto, suggerire che si faccia almeno una riflessione sulle molte decisioni importanti che in passato non si sono prese per cercare, ove possibile e seppure con molto ritardo, di fare cose utili per i medesi. 
Ogni tanto non è male tornare con lo sguardo al passato, anche lontano, e cercare di riprendere la strada giusta che al momento si era abbandonata. 
Fra le molte cose importanti che hanno preso una piega decisamente sbagliata ne riproponiamo alcune  all'amministrazione di oggi, pur consapevoli che nessuno restituirà ai medesi gli anni persi e le cose perdute. 
Tre temi sui quali suggeriamo agli amministratori medesi di oggi di provare almeno a ricominciare da dove eravamo rimasti.

ADERIRE AL PLIS BRIANZA CENTRALE

In primo luogo è il caso di dire che dovremmo ripartire dal Parco della Brianza Centrale. 
Diverse le amministrazioni che hanno avuto modo di approfittare di questa importante realtà che intorno a una ventina di anni fa ha salvato i seregnesi dal degrado totale dovuto all'espansione senza freni della loro città. Accadeva da anni ciò è continuato a succedere intorno, Lissone insegna più di tutti, e a quel punto l'amministrazione seregnese di allora decideva di fermarsi a vantaggio delle nuove generazioni. Con tutti i distinguo e le considerazioni critiche che si sono potute e si possono fare, quella decisione ha pesato e pesa molto positivamente sulla qualità della vita dei seregnesi di oggi, che possono, usando la bici o anche solo le proprie gambe, fruire dei grandi spazi verdi della Porada o del Meredo o di altri quartieri.
Quella decisione di tutelare le aree urbane non ancora cementificate fu coraggiosa e soprattutto lungimirante per il fatto che era stata pensata aperta all'ampliamento delle aree tutelate a tutte quelle  che i comuni confinanti avessero voluto aggiungere. Il senso di voler chiamare parco sovracomunale quelle aree e intitolarle a parco della Brianza Centrale stava tutto lì. Indicava una strada, ma nella Brianza dei campanili in competizione, e nonostante gli sforzi di associazioni e comitati sorti in diversi comuni, quella strada a distanza di venti anni non è stata intrapresa. Anzi le aree tutelate hanno avuto non pochi nemici all'interno della stessa Seregno.
Men che meno è stata mai nel programma delle amministrazioni medesi l'idea di tutelare le residue aree di verde, affiancandole a quelle seregnesi ad ampliamento di un Parco esistente. Così nella nostra città si è preferito cementificare i campi ai confini di Ceredo e Meredo, e non solo, in cambio di entrate per pronto consumo. Il danno di certe scelte lo stiamo già pagando e oggi non restano che alcuni fazzoletti di terra ai confini delle aree verdi che Seregno mantiene e tutela e molti medesi frequentano.
Ora la nostra proposta all'amministrazione non può non essere quella di decidere finalmente e in fretta nel senso della tutela di questi "fazzoletti" ai confini col parco. Le forme possono essere  poco dispendiose e la tutela può essere ampliata ad altri fazzoletti di terra che sopravvivono qui e là (brughiera a parte evidentemente), non necessariamente contigui. Sarebbe finalmente un segnale concreto, l'unico che conta davvero, di una inversione di tendenza che si attende da anni.
Altre due proposte guardano al passato, ma in questo caso nelle mani dell'amministrazione medese sta soprattutto la volontà di prendere l'iniziativa, prima ancora di poter decidere nel merito, per avviare con alcune proprietà private un possibile dialogo per dare/ridare al godimento dei cittadini luoghi importanti. Parliamo di luoghi che permetterebbero a molti medesi di godere del verde  vicino casa e senza dover prendere l'auto.

IL PARCO DI VILLA TRAVERSI 


Occorre andare un po' indietro con la memoria, intorno alla metà degli anni Ottanta, quando l'amministrazione di allora stipulò con la nobile famiglia Antonia Traversi una apposita convenzione per l'apertura al pubblico e la fruizione del parco della omonima villa che discende dalla collina che domina Meda. Convenzione utile allora e ancora di più ai giorni nostri, dato l'invecchiamento della popolazione, la progressiva e drastica riduzione degli spazi verdi raggiungibili a piedi e lo svuotamento del nostro centro storico. Ma quella convenzione, stipulata e quindi entrata in vigore non trovò mai effettiva attuazione perché l'amministrazione non onorò mai l'impegno di dare sistemazione a percorsi, manutenere alberature e arredi lungo di essi e occuparsi di quanto potesse ancora essere necessario per rendere fruibile un parco urbano di dimensioni pur ridotte.
La convenzione fu in quel momento il punto di arrivo di una volontà politica che pensava che l'ente Comune dovesse occuparsi di ogni cosa che sapesse di ricreativo o culturale e gestire in proprio tutto ciò che ne era connesso, ma erano già evidenti le criticità di questa visione. 
Comunque poco importa se la mancata attivazione della convenzione di allora fu dovuta a ripensamenti, mancanza di risorse o quant'altro, perché rimane il fatto che nonostante la grande apertura e disponibilità della famiglia Antona Traversi verso la città e le sue istituzioni, allora come in tutti questi anni ormai trascorsi, i medesi non hanno potuto godere di quell'accordo e di quel parco nel cuore della città.

Ora è il caso che l'amministrazione che guida la città provi a rinnovare, oltre trent'anni dopo, il tentativo, con intenzioni più serie di allora, di concludere un accordo nello stesso spirito di collaborazione di un tempo. Posto che la disponibilità e la sensibilità della proprietà verso la città è sempre stata alta. Almeno il tentativo andrebbe fatto, posto che ne godrebbero i medesi che hanno maggiore necessità di godere del verde, della natura o semplicemente della frescura estiva, considerato peraltro che anche questi beni sono ormai a rischio per molti, o perché sempre più a pagamento, esclusivi oppure oggetto di politiche di esclusione attuate in varie forme: ingressi a pagamento, parcheggi salati nelle vicinanze, ecc.

Un parco pubblico nel cuore della città non risponderebbe solo a esigenze ecologiche e di vivibilità ma contribuirebbe anche a garantire beni che si stanno perdendo nelle forme che abbiamo conosciuto. Anche se si tratta di aria buona e ristoro dal caldo ci sta sfuggendo sotto gli occhi che anche essi, come molti di quelli “comuni”, stanno diventando sempre di più a pagamento e per pochi.

LA ZOCA DE' PIRUTITT 

Più recenti le vicende che hanno portato all'abbandono della Zoca de' Pirutit, restituita alla natura rispetto a come è stata conosciuta dai medesi fino a non molti anni fa per via di vicende giudiziarie seguite alle improvvide e arroganti iniziative della prima amministrazione Taveggia a danno della proprietà. Quelle "iniziative" furono sconfessate in ogni grado di giudizio per via dell'abuso delle funzioni e delle prerogative dell'ente Comune.  Come era del resto prevedibile fin dall'inizio.
Le conseguenze di parecchie scelte di quegli anni, approssimative per usare un eufemismo, continuarono a pesare assai negativamente sulla vita dei medesimi per gli anni a venire e in diversi casi pesano ancora oggi. 
La vicenda della Zoca è solo una di queste: la proprietà, espropriata nei suoi diritti, ha interrotto, comprensibilmente, ogni rapporto con l'istituzione e con chi quello spazio e le strutture connesse aveva organizzato e curato. Nella sostanza ci hanno rimesso i medesi.
Chi non ricorda - sono passati del resto solo pochi anni - cos'è stata la Zoca per diversi decenni: luogo di ritrovo quotidiano per molti, di aggregazione per amici di ogni giorno e per coloro che vi si recavano saltuariamente, di sosta durante passeggiate brevi e lunghe arrivando dalla città o dai sentieri della brughiera. È stato anche il luogo per molti ragazzi di prendere per la prima volta una canna da pesca in mano, magari in occasione dei giochi della gioventù di un tempo, e anche il luogo per molti insegnanti di educare i bambini alla scoperta della natura. Perché la vita quotidiana in quel luogo, il costante lavoro di manutenzione dei molti volontari che vi si dedicavano ogni giorno e strutture e arredi che la costituivano non offendevano il contesto più selvatico che la circondava e che oggi la sovrasta, lasciando a chi capita nei pressi un senso di abbandono e di angoscia per quello che resta.
La Zoca è stata queste cose e molte altre ancora. E che possa tornare ad esserlo rimane in tutti quanti solamente una speranza. 
Ora l'amministrazione potrebbe, anche in questo caso, almeno "provarci" a confrontarsi con la proprietà, avendo in mente una qualche forma di ritorno a ciò che era, cercando di ragionare con essa su cosa sarebbe possibile fare e a quali condizioni.
Tenendo ovviamente conto che ciò che è stato non si conciliava e non si concilia con il nostro contratto sociale che sacrifica la proprietà privata solo nei casi di evidente necessità pubblica. E anche del più importante bene di tutti. Certo che non ci sogniamo minimamente di immaginare che l'amministrazione debba vendersi l'anima per vedere poi stravolto quel luogo e/o ciò che lo circonda. Troppe amministrazioni che si sono succedute in questi anni lo hanno fatto e in troppe occasioni.
Non è affatto quindi il caso di immaginare scambi che possano avere un impatto negativo sulla natura di quel luogo e di quella della brughiera intorno. 
Tanto più che oggi quest'ultima è finalmente tutelata da un parco regionale e quindi interessa anche una istituzione dalla cui volontà non si potrà prescindere. 
Non manca peraltro chi preferisce, all'opposto, che la Zoca torni completamente alla natura di un tempo lontano, posizione certo eticamente condivisibile per alcuni versi, ma certo i medesi non hanno sofferto nei decenni passati per mostri ecologici o danni ambientali per la presenza delle strutture che erano "la Zoca".
La proposta è quindi per un tentativo di approccio Comune-Proprieta che restituisca ai medesimi quel luogo per ciò che era, anche se magari, forse necessariamente, in forme giuridicamente e concretamente diverse. E comunque sostenibili. Per giovare a tutti i medesi, e come per il parco urbano di Villa Traversi che poteva essere e non è stato, in particolare a coloro che sono più fragili e non possono abitualmente frequentare nel week-end un green per giocare a golf o esclusive palestre e spa lontane e costose.